Intervista ad Annamaria Furlan per «La Repubblica» del 14-05-2025
di Rosaria Amato
"Come mio collega di tanti anni di sindacato non posso che fargli gli auguri di buon lavoro. Ma al sottosegretario del governo delle destre dico che mi troverà fortemente ancorata ai banchi dell'opposizione".
Annamaria Furlan (senatrice Iv) ha guidato la Cisl dal 2014 al 2021, quando ha ceduto il timone a Luigi Sbarra, da lei stessa proposto come segretario generale. Lunghi anni di lavoro fianco a fianco, visto che l'attuale sottosegretario con delega per il Sud è stato anche segretario generale aggiunto dal marzo 2018, ma adesso le posizioni dei due ex leader Cisl non potrebbero essere più distanti: «Davanti al disastro economico, produttivo e sociale che sta facendo questo governo, auspico che il centrosinistra si prepari a mandarlo finalmente a casa, con un programma riformista forte, che coinvolga anche i tanti elettori che hanno scelto di non votare».
Si aspettava una scelta di questo tipo da parte di Sbarra?
«Non ne sono del tutto stupita, avevo notato che il rapporto tra Sbarra e la presidente del Consiglio era molto stretto».
Si sente tradita?
«Tradita no, è una scelta personale. Forse delusa».
Una scelta opposta alla sua, visto che lei dal 2022 siede al Senato tra i banchi dell'opposizione, prima con il Pd e adesso con Italia viva.
«Ritengo impossibile per una persona con la mia storia entrare a far parte di un governo che ritiene che le mamme con un bambino da zero a un anno debbano essere incarcerate, e che quando gli operai ricevono un messaggino telefonico che li avvisa del licenziamento e vanno in strada a protestare possano essere arrestati, rischiando il carcere. I provvedimenti di questo governo vanno in direzione contraria rispetto a quello che è sempre stato il mio patrimonio ideale e valoriale».
Un passaggio così repentino, dalla guida del sindacato al governo, può danneggiare la Cisl?
«Le scelte politiche sono del tutto personali, non dell'organizzazione. La storia della Cisl, sindacato in cui ho militato per più di 40 anni, dimostra come l'autonomia sia sempre stata e rimanga un valore importantissimo. Nessuno può immaginare di condizionarla con le sue scelte partitiche. Chi immagina di poter mettere un cappello in testa di qualunque tipo alla Cisl, la conosce molto poco».
Lei ha scelto di candidarsi alle elezioni, un anno e mezzo dopo aver lasciato la guida della Cisl.
«La scelta è del tutto individuale, non conosco le valutazioni che Sbarra ha fatto, altrettanto liberamente. Io ho scelto uno schieramento politico opposto a quello del governo, dopo aver fatto passare un tempo di riflessione che a me sembrava adeguato».
Negli ultimi anni si sono accentuate le distanze tra Cisl da una parte, e Cgil e Uil dall'altra. Sono distanze che potrebbero essere colmate?
«Lo auspico, mi auguro con tutto il cuore che i rapporti tra le tre grandi confederazioni ripartano, me lo auguro anche per il bene del Paese, visto che il governo non ha uno straccio, neanche uno strapuntino di politica industriale. Per non parlare della sanità o degli anziani, dove oltre ai tagli ha promosso una serie di provvedimenti a costo zero, che quindi sono carta straccia».
Per una nuova politica però l'unità sindacale non basta, serve un nuovo governo.
«Di fronte al disastro economico, produttivo e sociale che sta facendo il governo, auspico che il centrosinistra si prepari finalmente a mandarlo a casa, vincendo le elezioni come è successo nella mia città, Genova».