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Francesco Scoma: "Lascio Forza Italia, il mio futuro è con Renzi"

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Intervista di Antonio Fraschilla, "Palermo - la Repubblica", 14 maggio 2020.

Francesco Scoma lascia Forza Italia. Mister ventimila voti, da sempre nel partito di Silvio Berlusconi, una delle calamite del consenso azzurro che ai tempi d'oro rivaleggiava con Francesco Cascio (i gemelli diversi di Forza Italia), passa a Italia Viva, il partito di Matteo Renzi. Una decisione «sofferta», come spiega lui, presa dopo mesi di tensione e scontri con il coordinatore degli azzurri in Sicilia Gianfranco Micciché.

Un addio a Forza Italia che in Sicilia arriva dopo i saluti del sindaco di Catania Salvo Pogllese, di deputati nazionali e regionali, ultimi Basilio Catanoso, Orazio Ragusa e Salvatore Lentini. E a breve il prossimo «addio> potrebbe essere quello di Nino Germanà, deputato nazionale ormai sempre più distante da Micciché: «Lui ormai si è chiuso nel suo fortino, mi dispiace», dice Scoma.

Onorevole cosa significa per lei lasciare questo partito?
«Sono entrato in Forza Italia nel 1996 sposando un progetto nuovo, stimolante, con una visione chiara ec entusiasmante del futuro del nostro paese. Un futuro pensato per la crescita dei nostri territori, delle nostre imprese e della nostra economia. Ho combattuto ogni battaglia dentro partito cercando sempre di metterlo al primo posto. Poi qualcosa è cambiato».

A cosa si riferisce?
«Non esiste più dialettica politica, non esiste più dialogo ma soprattutto non esistono più proprio quegli stess valori in cui credo e che ovviamente sono basilari per costruire nuovi progetti per questo Paese che, oggi più che mai, ha bisogno di un nuovo futuro per tutti noi. In Fi c'è molto egoismo e chi guida il partito pensa solo a se stesso, in Sicilia soprattutto».

Forza Italia comunque a lei ha di dato molto no? Qualcuno penserà che sia un ingrato che lascia la barca in piena tempesta.
«Grazie alla forza elettorale di Berlusconi, del partito e, permettetemi, anche del sottoscritto, ho avuto l'opportunità di servire questi colori e la mia regione per tutti questi anni. Sono stato 5 volte parlamentare regionale, 2 volte assessore regionale, vicesindaco di Palermo, vice coordinatore del partito in Sicilia, capogruppo all'Ars, senatore e deputato alla Camera. Ma soprattutto, sopra ogni cosa, sono stato fedele a Forza Italia in tutti questi anni, a differenza di tanti miei colleghi: gente che è andata via e poi è tornata riacquistando un posto in prima fila».

Ne ha parlato con Berlusconi?
«Certo e sarò sempre grato solo ed unicamente a lui: uomo, politico e imprenditore straordinario. Una persona alla quale addebito un unico vero e solo difetto: essersi innamorato, a volte, delle persone sbagliate. Anche qui, soprattutto, in Sicilia».

Si riferisce a Micciché?
«Mi riferisco a tanti esponenti di Fi. Con Gianfranco ci sono sempre stati alti e bassi. Probabilmente avevamo una visione diversa del partito».

Perché ha scelto di andare in Italia Viva? Renzi come l'ha convinta? C'entra la crisi con i 5 stelle e il bisogno di rafforzare il governo Conte o trovare nuove maggioranze?
«Con Matteo ci siamo incontrati più volte nelle ultime settimane e condividiamo tante idee. Siamo entrambi dei moderati. Alla base della nostra attività politica c'è sicuramente un'importante componente democristiana, che io ho ereditato da mio padre, Sindaco di Palermo nel 1976. È un gruppo giovane ed innovativo dove la parola d'ordine è partecipazione. Cosa che in Forza Italia non c'è più. Non è questo il momento per parlare di crisi di governo o di rafforzare Conte. È un momento delicato per il nostro paese e occorre responsabilità».

La seguiranno anche esponenti della sua corrente, come Giulio Tantillo?
«Giulio è un amico. Spero che in questa mia nuova sfida sappia cogliere un'opportunità e faccia la scelta giusta. Abbiamo un buon gruppo di amministratori locali e non solo pronti a tornare in campo, stanchi di una stagnazione politica che andava avanti da troppo tempo. Costruiremo una grande squadra. Una squadra Viva».