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Fortis: "Una riforma a costo zero per Draghi; l'orgoglio Italia"

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L'intervento del professor Fortis su "il Foglio", 10 marzo 2021.

"Nelle dichiarazioni programmatiche al Senato del neopresidente del Consiglio Mario Draghi del 17 febbraio scorso è annunciata una "riforma" non meno importante delle molte di cui da anni il nostro Paese abbisogna. Si tratta di una riforma "minore" ma non troppo": di quale riforma si tratti ce lo spiega oggi il professor Marco Fortis, dalle pagine de "il Foglio".

"Si tratta della "riforma" dell'orgoglio per l'Italia", ci spiega Fortis. Una riforma che "sembra quasi impossibile da realizzare in un paese che l'ultima volta che si è sentito veramente unito è stato forse in occasione della vittoria ai mondiali di calcio in Spagna del 1982", commenta ironicamente Fortis.

"Gli italiani  - prosegue il professore - sono stati i primi a parlar male di sé stessi ai mercati e a declassare indirettamente il proprio Paese".

Dunque Fortis ritiene positivo il fatto che il Presidente Draghi "abbia marcato una cesura netta con questa visione apocalittica e auto-lamentosa che gli italiani hanno sedimentato riguardo alla propria nazione, puntando invece sulla ricostruzione di un sano orgoglio nazionale".

"La presidenza italiana del G20 che cade quest'anno  - ci ricorda Fortis - è una occasione storica per raccontare finalmente a noi stessi e al mondo che cosa è veramente l'Italia. E nessuno più di una figura autorevole come Draghi può farlo senza il rischio di essere considerato un mistificatore della realtà o alla stregua di un politico che cerchi di sfruttare a vantaggio della propria immagine le cose che funzionano bene nel nostro Paese".

L'Italia, insomma, non va rappresentata solo partendo dai suoi mali, dalla lentezza burocratica alla crisi democrafica, ma è ben altro. "Negli anni precedenti il Covid 19, sono stati sufficienti alcuni primi seri tentativi di riforme (dal Jobs Act a Industria 4.0) per invertire il drammatico trend di declino dell'Italia che perdurava da almeno tre lustri", spiega Fortis.

Fatti che ci dicono, come spiega il professor Fortis, che "non siamo condannati irreversibilmente né alla stagnazione né alla decrescita felice. E che, se useremo bene i denari europei del Next Generation EU, facendo riforme e scelte strategiche di investimento razionali e mirate, potremmo innalzare notevolmente il nostro potenziale di sviluppo".

Dall'ambito manufatturiero, agli scambi commerciali con l'estero, sono molti i settori in cui l'Italia brilla, ci spiega Fortis, senza dimenticare "molti altri indicatori, tra cui quelli che riguardano lo sviluppo umano aggiustato per le pressioni planetarie, la durata di vita e la sua qualità, il turismo, le pubblicazioni scientifiche e i brevetti di design rispetto al Pil, il numero di certificati ISO 9001 e 14001, la crescita dell'export farmaceutico, la produzione pro capite di frutta e verdura (dove il Mezzogiorno è un autentico gigante)".

Ma non solo: "aggiungiamoci le nostre leadership nella sostenibilità ambientale e nella percentuale di energia elettrica prodotta con risorse rinnovabili, nonché i nostri primati nella robotizzazione delle imprese, dove eccelliamo nell'alimentare, nella moda e nei mobili, mentre nell'industria meccanica superiamo non solo gli Stati Uniti ma perfino l'intero Nord America".

"Per non parlare - aggiunge Fortis - della straordinaria Italia del volontariato, settore in cui le statistiche internazionali sono incomplete e frammentarie per poterci dare il giusto peso".

"In passato - conclude il professor Fortis - qualcuno ha chiamato Draghi 'superMario'. Non sappiamo se, dato il suo stile, egli gradisca questa denominazione ma crediamo che lui possa raccontare finalmente un'Italia diversa dall'immagine di quel Paese sgangherato che ci è stata costantemente propinata. Una Italia che, se saprà usare bene le risorse del Recovery Plan, potrebbe diventare addirittura una super Italia".