economia

Fortis: "L'Italia va meglio di altri, spieghiamolo a Bruxelles"

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Intervista di Raffaele Marmo, "QN", 23 maggio 2022.

C'è il rischio dl perdere i soldi del Recovery o alla fine ce la faremo ugualmente, nonostante le fibrillazioni e l veti di qualche leader e qualche partito?
«Le risorse del Pnrr non andranno perse per un motivo molto semplice - avvisa Marco Fortis, economista della Cattolica di Milano -. I partiti o taluni partiti stanno facendo la voce grossa e tentano di mettere paletti alle riforme anche in Parlamento, ma sanno benissimo che se Draghi dovesse lasciare e dovessero prendere in mano, loro, il timone della nave, non riuscirebbero neanche a fare dieci metri di navigazione a vista. E mai come in questa stagione non c'è il pilota automatico: ma solo uno come Draghi sa come si guida l'imbarcazione nella burrasca, tra inflazione, caro-energia e conflitto russo-ucraino. Il pericolo vero è un altro».

Quale?
«Temo che si perda tempo prezioso, perché fare certe riforme o anche far partire gli investimenti uno o due mesi prima è fondamentale per compensare gli effetti negativi derivanti da fattori esterni. Rischiamo, insomma, non di perdere i soldi ma di perdere tempo e sarebbe ugualmente un disastro».

Eppure, se Draghi ha strigliato i partiti della sua maggioranza, è perché teme le imboscate e la palude.
«Draghi ha fatto sicuramente bene a strigliare la sua maggioranza perché da parte di certi partiti e certi leader c'è più di una manifestazione di totale irresponsabilità nel modo di affrontare questa fase. Per una manciata di voti in più, per la ricerca spasmodica di visibilità, di distinguo, di slogan facili, sono disposti anche a creare e cavalcare scontento artificioso su dossier, come quello del catasto, quando l'obiettivo dovrebbe essere quello di non confondere un'opinione pubblica che si deve confrontare con l'inflazione, il conflitto russo-ucraino».

Perché è infondato l'allarme sul catasto?
«Nessuno sta pensando in questo momento di aumentare le tasse sulla casa e insistere su questo è puro populismo. Non vedo né la pressione dell'Europa né strane idee del governo in quel senso».

Dall'Europa, però, ci arriva un monito netto a non tergiversare su fisco e concorrenza. Tant'è che Matteo Salvini torna a usare toni anti-Bruxelles.
«Sarebbe utile stabilire che dall'Europa non ci stanno affamando, ma ci hanno dato 200 miliardi. Non è certo il momento per prendersela né con l'Europa né con il governo di turno. Questo è il momento della serietà, non della demagogia. Quello che è importante è non sprecare un'occasione come questa in cui ci danno soldi in cambio di riforme che sono per di più da tempo attese».

Ciò non toglie che in taluni ambienti, tra Bruxelles, Berlino e il Nord-Europa, veniamo sempre guardati con sospetto.
«In Europa, per carità, c'è sempre qualche falco, ma non mi sembra che arrivino pressioni significative tali da scatenare reazioni anti-europee. Ed è evidente che ci sono olandesi, tedeschi di certi schieramenti, nordici che ogni tanto tirano fuori la storia di un'Italia come la Grecia. Il punto che dobbiamo avere l'orgoglio di spiegare che non siamo il Paese di dieci anni fa. Non lo siamo minimamente. Abbiamo una capacità di autofinanziamento del debito pubblico che non dico che ci deve tranquillizzare, ma potremmo almeno spiegare meglio questo aspetto all'Europa. Anche la bassa crescita non vale per gli ultimi sette anni: anzi, nel 2021 siamo cresciuti di più di tutti rispetto al 2020. Anche nel trimestre passato i dati sono migliori delle previsioni. Dunque, è un momento in cui bisognerebbe fare quadrato perché l'Italia, nel confronto con gli altri Paesi, ha il maggiore potenziale di uscita dalla crisi. E il Pnnr è quello che ci serve. Subito».