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Fortis: "Adesso lo Stato acceleri per il futuro"

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L'intervento su "il Sole 24 Ore", 23 febbraio 2022.

Marco Fortis, stamani, dalle pagine de "il Sole 24 Ore", parte da un precedente articolo di Gianni Trovati pubblicato nei giorni scorsi dallo stesso quotidiano, dal titolo «Due ostacoli sulla ripartenza italiana», per affrontare due temi estremamente importanti: la necessità di dare continuità alla brillante ripresa economica italiana del 2021, completando il necessario ciclo di riforme e utilizzando efficacemente il Pnrr, e il calo demografico strutturale che pesa grandemente sulla società del nostro Paese e, ovviamente, anche sul suo stesso potenziale di sviluppo economico.

Fortis si concentra, oggi, sul primo tema. Fortis sostiene che occorra "una analisi disaggregata delle voci settoriali del valore aggiunto che compongono il Pil e della loro dinamica nel tempo" ed espone i criteri della sua analisi: "non prenderemo qui in considerazione i dati previsionali del 2022 per comparare la dinamica economica italiana con quella degli altri Paesi europei perché con la crisi ucraina tali previsioni appaiono allo stato ormai poco affidabili. Dunque, ci limiteremo a confrontare i livelli raggiunti dalle economie nel 2021 con quelli precrisi del 2019. Per esigenze di sintesi e omogeneità considereremo solo i 3 principali Paesi dell'Eurozona. Considereremo inoltre il periodo dell'euro 1999-2019 pre-pandemia suddividendolo in due sotto-periodi, completamente diversi tra di loro: il 1999-2014 in cui l'economia italiana è stata nettamente l'ultima per crescita; il 2015-2019 in cui il nostro Paese si è notevolmente riavvicinato per tassi di espansione agli altri tre maggiori partner nella moneta unica, tendenza che, come vedremo, è continuata anche nel 2019-2021. Per tirare le nostre conclusioni distingueremo tra la dinamica del valore aggiunto dell'economia privata e quella della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici, considerando qui rozzamente solo i loro rispettivi contributi diretti al Pil, pur consapevoli che poi entrambe le sfere dell'economia si influenzano reciprocamente con dei moltiplicatori indotti. Infine, per comparare il 2021 con il 2019 considereremo solo i primi tre trimestri di entrambi gli anni, per i quali l'Eurostat fornisce i dati disaggregati del valore aggiunto per settori. E utilizzeremo per il confronto la somma dei dati grezzi dei primi tre trimestri di ciascun anno".

In base a questi criteri, Fortis spiega che "il ritardo dell'economia privata italiana rispetto ai livelli precrisi è pressoché simile a quello di Germania e Francia". Inoltre, escludendo il settore della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici "le differenze tra l'Italia e Germania e Francia quasi scompaiono del tutto".

Insomma, "la nostra economia privata viaggia oggi su livelli europei e che la spinta che ancora a noi manca per crescere nel complesso come Germania e Francia viene principalmente dal settore pubblico", spiega Fortis.

Dunque, prosegue Fortis, "ciò ci fa capire quanto d giochiamo del nostro futuro se non riusciremo ad incidere con le riforme e con il Pnrr sugli investimenti pubblici e su una maggiore efficienza della pubblica amministrazione".

Venendo alla manifattura italiana, Fortis osserva che "ha surclassato le altre per intensità della ripresa nel 2021" e che "il recupero del valore aggiunto di diversi settori dell'economia privata italiana nel 2021 è stato ben di più di un rimbalzo".


A questo punto, Fortis fa un distinguo: "gli ultimi due decenni non sono stati tutti uguali per l'economia italiana: dal 2015 il nostro tasso di crescita si è sensibilmente innalzato La buona dinamica dell`economia privata italiana nel 2021 non costituisce un episodio isolato ma va vista in continuità con quella già fatta registrare nel periodo 2015-2019. Infatti, nel precedente periodo 1999-2014 il tasso medio annuo composto del valore aggiunto sia del totale dell'economia sia della sola economia privata dell'Italia era stato molto inferiore a quelli di Germania e Francia. La rivoluzione di Industria 4.0 ci ha indubbiamente fatto fare un salto di qualità enorme, che è continuato anche nel 2021, come abbiamo visto in precedenza".

In conclusione, quindi, Fortis afferma che "è inutile continuare a rimpiangere la crescita che l'Italia non ha avuto nei primi quindici anni del nuovo secolo. Quello è ormai un tempo remoto. Dobbiamo invece renderci conto che con alcune buone politiche e alcune prime riforme la nostra economia privata ha cambiato passo negli ultimi sette anni. Ora tocca finalmente allo Stato accelerare verso il futuro".