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Firenze, Toccafondi: "Sullo Stadio Franchi, teniamo insieme bellezza e sviluppo"

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L'intervento su "Firenze - la Repubblica", 27 novembre 2020.

Ho letto l'intervento di Padre Bernardo su Repubblica di ieri e sono convinto, come lui, che ogni scelta che riguarda le nostre città ci interpelli e chieda prioritariamente un giudizio. I richiami e le citazioni di illustri fiorentini devono rappresentare per tutti noi, il richiamo alle nostre radici, alle nostre coscienze ma anche l'Espirazione alle nostre azioni concrete. Perché nessuna città è rimasta immobile, una fotografia, una icona cristallizzata. Anche Firenze. E questo cambiamento deve proseguire. Colgo lo spirito di Padre Bernardo che indica un'attenzione nella visione futura dello sviluppo di Firenze e dell'area fiorentina.

Deve essere garantita alla nostra città una tutela della sua oggettiva bellezza. Più che una tutela dettata solo dal richiamo delle norme, il richiamo sia in virtù di ciò che mosse chi l'ha costruita e pensata. Un richiamo alla coscienza di ciò che muoveva chi ha scelto di costruire pezzi di città conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. È quella coscienza che sul Duomo di Firenze in alto, lontano dalla visione e dall'occhio del visitatore, una guglia, una statua, un particolare era trattato, costruito, rifinito come fosse la pietra più importante di tutte. È la coscienza che ha portato i fiorentini ad investire soldi loro nello "Spedale degli Innocenti", un orfanotrofio, per farlo diventare il più bello e utile possibile.

Perché non pensare che anche sull'impianto sportivo della città non sia possibile tenere insieme la giusta tutela dello spirito che ispirò Nervi e la altrettanto giusta necessità di arrivare ad un impianto moderno, comodo, utile? Avendo anche la coscienza che attualmente il costo della manutenzione è alto e ricade tutto sul Comune ovvero sui cittadini. E giusto, ogni scelta ci interpella, come ci ricorda Padre Bernardo. Firenze è oggettivamente bella. Ma la bellezza, e questo mi interpella, senza lavoro, visione, prospettiva rischia di perdere in parte il suo significato. Una città senza sviluppo e prospettiva non ha futuro. La rendita di posizione per una città rappresenta delle sabbie mobili. La situazione che stiamo vivendo, la pandemia, ha la necessità di cambiamenti e di scelte coraggiose.

O utilizziamo questo tempo per progettare, migliorare, avere una visione di città - stadio compreso - oppure rimaniamo fermi, immobili, speranzosi che torni tutto come era prima e magari in molti speranzosi che torni la rendita (economica, patrimoniale, di posizione) stando semplicemente ad aspettare. Ogni scelta ci interpella, anche quella che potrebbe veder costruito il nuovo stadio fuori città e trovarsi con un impianto, il Franchi, lasciato a sé stesso e in abbandono. Tra rendita e visione, nella tutela della città più bella del mondo, con la coscienza che ci deve muovere nell'alveo di una storia concreta, avendo come obiettivo il bene comune, è il momento di non stare fermi, in attesa che tutto torni come prima, immobili ad attendere. Tra attesa e prospettiva, lavoriamo tutti per la seconda. Anche sullo stadio Franchi.