Intervista a Davide Faraone, capogruppo in Senato di IV-PSI, su il Dubbio del 20/08/2020
Italia Viva è un partito nato da poco, che fatica ancora nei sondaggi ma che, come ha sempre detto il leader Matteo Renzi, ha come vero obiettivo quello delle elezioni del 2023, dove punterà alla doppia cifra unendo i moderati. Magari in una forte aggregazione di centro che il senatore Davide Faraone, già sottosegretario nei governi Renzi e Gentiloni e plenipotenziario del partito in Sicilia, «auspica sul serio».
Ci avviciniamo alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, con Italia Viva al primo vero test elettorale, anche se su scala locale. Senatore Faraone, come ci arrivate?
In salute, compatti e curiosi. Siamo una forza politica giovane che si misura per la primavolta con un`elezione vera e in questo primo anno abbiamo formato una squadra affiatata che ha portato a casa buoni risultati, penso allo sblocco dei cantieri, alla rivoluzione del Family Act, al lavoro fatto sulla filiera della ristorazione o alla nostra azione di costante argine e controllo in maggioranza sulle tasse. Finito il precampionato, siamo di fronte alla prima partita in cui conta il finale. Umiltà, fiducia e tanta curiosità sul risultato che raggiungeremo. Finalmente smetteremo di commentare i sondaggi e vedremo i voti veri: siamo molto positivi. Dimostreremo che il riformismo è vivo e c`è un`alternativa al populismo ed al sovranismo.
In quella data si voterà anche per il referendum costituzionale, con Italia Viva finora un po` in silenzio stretta tra il desiderio di votare no a una riforma più volte definita demagogica e la necessità di votare sì per questione legate alla maggioranza di governo. Come vi muoverete?
Intanto mi faccia dire che provo un grande rimpianto su questo punto. Non amo guardare indietro ma la vera riforma che serviva al Paese era quella che abbiamo scritto noi qualche anno fa. Riduzione dei parlamentari legata alla fine del bicameralismo perfetto e legge elettorale dei sindaci. Avrebbero funzionato meglio le istituzioni, avremmo conosciuto il vincitore delle elezioni subito dopo il voto. Peccato aver politicizzato quella sfida, alla fine abbiamo segato il ramo dove eravamo seduti. Noi italiani troppo spesso troviamo il modo di farci male da soli. Per primi sbagliammo noi, ma mi lasci dire che chi ci contrastava allora ergendosi ad argine di una deriva autoritaria, non si scandalizza oggi per l`uso ripetuto dei dpcm, per la reiterata richiesta della fiducia in parlamento, per l`uso ormai esclusivo della decretazione d`urgenza. Non c`è più un solo provvedimento che preveda la terza lettura in parlamento:ipocrisia a go-go. Dopo il referendum dovrà in ogni caso cambiare la legge elettorale e sembra che si vada verso un proporzionale, sulla cui soglia di sbarramento si discute ancora.
Siete convinti che questo sistema elettorale sia quello necessario al Paese?
È il segno dell`involuzione del nostro sistema politico istituzionale. Siamo passati dai partiti a vocazione maggioritaria ai partiti-bonsai del proporzionale. Siamo passati dalle coalizioni in cui prevalevano le forze riformiste, alle forze riformiste orpelli in uno scontro tra populisti e sovranisti. Qualunque sarà il sistema elettorale i riformisti dovranno recuperare lo spazio che meritano nel Paese, per questo è nata Italia Viva.
Il Ferragosto è stato acceso dal voto su Rousseau che ha sancito la possibilità di alleanze del Movimento con i partiti tradizionali. In caso di nuovo bipolarismo Pd e Movimento da un lato, centrodestra dall`altro, voi come vi collocherete?
Proprio quello a cui mi riferivo, da un lato il PPI, Partito Populista Italiano, dall`altro lato Il PSI, partito sovranista italiano, con il partito popolare e con il partito socialista hanno in comune solo gli acronimi purtroppo. C`è tutto lo spazio per una forza seria, responsabile, popolare e riformista.
C`è la possibilità che si crei una forte aggregazione di centro che comprenda, ad esempio, Italia Viva, Azione e +Europa?
A mio avviso sì e non solo con loro. Lo auspico sul serio. Tanto più perché c`è tanta gente che la pensa allo stesso modo ed è collocata forzosamente ed immotivatamente dentro forze politiche diverse e addirittura in coalizioni diverse. Compito nostro è metterle tutte insieme, non con alchimie o giochini politici, ma semplicemente secondo natura. C`è chi dice che IV teme lo sbarramento: io lo porterei pure al 10 pur di mettere insieme i riformisti, altroché paura. Si tornerà comunque ai tre poli e noi dobbiamo ambire ad essere quello maggioritario.
Si parla di un rimpasto di governo, con la possibilità di vedere Maria Elena Boschi all`Istruzione. Proprio la scuola sarà la protagonista a settembre, vista la riapertura e le polemiche che ne stanno seguendo. Come giudica il lavoro della ministra Azzolina?
Noi non abbiamo mai chiesto rimpasti di governo, nonostante siano palesi e oggettive alcune debolezze. Lo valuterà il presidente del Consiglio, lo valuteranno tutte le forze politiche di maggioranza, insieme. Maria Elena è una splendida persona e in tanti dovrebbero pulirsi la bocca tutte le volte che agitano il suo nome come uno spauracchio. La Azzolina la considero rimandata a settembre, una valutazione compiuta potremo darla con l`avvio dell`anno scolastico. Per noi non si transige, si parte il 14 settembre. E su questo punto deve decidere il Parlamento che è sovrano.