Intervista di M. Meli, "Corriere della Sera", 22 gennaio 2020.
Senatore Davide Faraone, perché Italia Viva non ha accettato il «lodo Conte» sulla prescrizione? Eppure il premier vi aveva lanciato un appello.
«Intanto, dal vertice emerge chiaramente che agli appelli di Conte noi rispondiamo sempre, nel merito. Adesso occorre valutare se ci sono margini di modifica e decidere di conseguenza. Una cosa è chiara: così com'è la riforma Bonafede apre profili di incostituzionalità ed è ispirata dal puro populismo giudiziario che penalizza le vittime».
Che cosa non vi convince in particolare di quel lodo?
«Non può esserci il paradosso dei condannati sine die. Ricordo il caso Tortora: si sa come è finita».
Ma il lodo di Giuseppe Conte prevede anche uno sveltimento dei processi, che è esattamente ciò che chiedevate.
«Di quello dovremmo occuparci, di accelerare i processi, non ci sarebbe più alcuna prescrizione, invece si agisce al contrario, intanto si rendono infiniti i processi e poi si vede. Una follia».
Voi avete presentato una vostro emendamento al Milleproroghe, ma conferma che voterete la proposta di Enrico Costa di Forza Italia?
«Ricordi che noi siamo gli unici coerenti, non votiamo con il centrodestra. La Lega dopo aver fatto il pasticcio con i Cinque Stelle ora si riscopre garantista e il Pd, dopo aver contestato la riforma della prescrizione in nome del garantismo, ora si scopre giustizialista. Sono senza bussola, Italia Viva ha sempre avuto la barra dritta. Ci hanno detto che siamo isolati nella maggioranza sulla prescrizione: è vero, siamo splendidamente da soli a difendere il diritto degli italiani al giusto processo».
Senatore Faraone, voi di Italia Viva sostenete che comunque non c'è nessun rischio per il governo, ma un no del genere al premier e al Guardasigilli come può restare senza conseguenze, tanto più se voterete con il centrodestra?
«Un governo dura finché fa il bene del suo Paese: noi vogliamo che il Conte 2 duri fino a naturale scadenza, tanto più che abbiamo contribuito a farlo nascere, ma la nostra posizione sin dall'inizio è chiarissima: così come sulle tasse abbiamo modificato la manovra, sulla prescrizione continueremo a ricercare miglioramenti necessari in Parlamento e a chiedere azioni concrete sulla crescita. Speriamo che tutta la maggioranza rinsavisca, ma se non dovesse essere noi continueremo a votare diversamente sulla prescrizione pur senza mettere in discussione la tenuta del governo».
State contestando al Pd di andare a rimorchio dei grillini, ma dal Nazareno dicono che voi andate a rimorchio della Lega...
«Guardi, peggio della deriva grillina del Pd c'è solo il digiuno per salvare Salvini, alla rincorsa della Meloni che gli mangia consensi: uno spettacolo da circo. Tra queste due opposte fazioni populiste esiste uno spazio enorme fatto di gente che crede ancora nei valori del riformismo, della crescita, del lavoro, del merito. Noi siamo quelli lì, ancorati alle nostre idee e senza fatali attrazioni. Restiamo dove siamo, forti solo delle nostre idee. Saranno gli italiani e dire se sono buone o meno, ma certo non siamo i ventriloqui di nessuno».
Ma con i continui «no» vi addossereste la responsabilità di una rottura a pochi giorni dal voto in Emilia-Romagna.
«Ma per carità, ho già detto che la strategia dell'eterna procurata minaccia del voto non ci riguarda: siamo al governo per dare il nostro indirizzo con le nostre idee e i nostri valori. In Emilia-Romagna sono sicuro che Bonaccini farà bene e che da lunedì lo vedremo nuovamente alla guida della sua regione. Salvini ha tentato il referendum su se stesso, ma si vota per il "sindaco" degli emiliano-romagnoli, che sanno molto bene cosa significa la buona amministrazione di casa loro».