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Faraone: "Per il Colle la stessa maggioranza che ha dato la fiducia al Governo"

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Intervista di Barbara Acquaviti, "il Messaggero", 20 gennaio 2022.

Che Draghi vada al Colle o resti a palazzo Chigi non ci saranno rischi per la legislatura, «l'unico azzardo sarebbe che non ricoprisse nessuno dei due ruoli». Il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, garantisce che il suo partito sarà sì determinante nella corsa per il Quirinale, ma per unire non per dividere. E ai leader dei centrosinistra dice: «Più che tre tweet identici ci voleva una proposta, non basta dire no a Berlusconi».

Pd, M5s e Leu non hanno trovato l'intesa su un nome ma hanno aperto a un confronto con il centrodestra purché venga tolto dal tavolo il nome del leader di Forza Italia. Lo considerate un passo avanti?
«Non è riesumando le foto di Vasto che può essere affrontata questa vicenda, o chiedendo a Salvini e Meloni di salvarci da Berlusconi dopo che per anni si è chiesto a Berlusconi di salvarci da Meloni e Salvini. Berlusconi non ha i numeri e mi pare evidente, non è un candidato in grado di raccogliere un vasto consenso in Parlamento. Questo va detto, invece di mettere veti e riesumare l'anti-berlusconismo vecchia maniera. Il successore di Mattarella dovrà avere una maggioranza non inferiore a quella che ha dato la fiducia a Draghi».

Ci sono a vostro giudizio le condizioni perché si converga tutti su Mario Draghi senza correre il rischio di elezioni anticipate? E nel caso sarebbe necessario un rimpasto di governo, magari con l'ingresso dei leader?
«Com'è noto ci siamo spesi come nessuno per avere Draghi a Chigi e non vedo rischi in nessuna delle ipotesi che riguardano il suo destino. sia che resti al suo posto sia che vada al Colle: l'unico azzardo sarebbe che non ricoprisse nessuno dei due ruoli. L'ipotesi di Draghi al Quirinale prevede un accordo tra le forze politiche per la gestione della parte conclusiva della legislatura, in vista di impegni importanti come la messa in opera dei Pnrr, le sfide legate ai rincari dell'energia e all'uscita dalla pandemia. Vanno scongiurate le elezioni anticipate che sarebbero in questo momento un enorme problema per gli italiani. Quindi, bene il patto di legislatura proposto da. Letta. Il governo dei leader lo vedo meno praticabile».

Avete spiegato che, escludendo Berlusconi, siete disponibili a votare a favore di un candidato di centrodestra. Sono molti i nomi che circolano in queste ore: Maria Elisabetta Casellati, Marcello Pera, Letizia Moratti, Giulio Tremonti, Pier Ferdinando Casini, Gianni Letta. Potreste convergere su una di queste figure?
«Si è aperto un dibattito sui numeri e su chi debba fare la prima proposta: qualunque sia il pallottoliere esatto dei grandi elettori, sballato da un grande gruppo misto che non si sa cosa farà, questa volta anche il centrodestra può avanzare una proposta, devono però trovare una figura che vada oltre il proprio perimetro. Se continuano con il metodo Conte bis, alla ricerca telefonica dei Ciampolillo, perdono un'opportunità».

È possibile che il capo dello Stato venga eletto dal centrodestra più Italia Viva o ritenete indispensabile una maggioranza più ampia?
«Noi lavoreremo per rendere i voti di Italia Viva decisivi a eleggere un presidente con un'ampia maggioranza in Parlamento, non faremo valere i nostri voti per dividere, ma per unire».

Si potrebbe proseguire la legislatura anche con un'altra maggioranza, ad esempio utilizzando la formula della cosiddetta maggioranza Ursula a trazione europea?
«Dovremo continuare tenendo dentro tutte le forze politiche che finora hanno sostenuto il governo Draghi, salvo non ci sia la volontà da parte di qualcuno di prendere un'altra strada. Ci attendono sfide importanti, non è il momento di pensare alla prossima campagna elettorale».

Siete tra coloro che hanno parlato della necessità di un patto di governo. Ma in questo caso dovrebbe anche rientrarci la riforma della legge elettorale prima del voto nel 2023?
«Credo sia prioritario occuparsi del caro bollette, dell'emergenza sanitaria, dei Pnrr. la legge elettorale è importante ma va in coda».