Intervista di Marco Iasevoli, "Avvenire", 22 maggio 2021.
Un tavolo per trovare una soluzione sull'omofobia, partendo dal ddl Zan. Un patto parlamentare e di maggioranza, innanzitutto. Insomma una mediazione per arrivare al risultato di una «buona legge nei tempi più rapidi possibili». Ci riprova Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, sin dall'inizio convinto che il muro contro muro porterà a un nulla di fatto.
«Credo — è la sua analisi politica, oltre che nel merito della legge - che siano in diversi a non volere una legge contro l'omotransfobia. E non solo a destra. Penso che del club faccia parte chiunque cerchi dichiaratamente lo scontro, la polarizzazione, pur sapendo che il braccio di ferro potrebbe portare al "Vietnam" parlamentare e al nulla di fatto.
Credo che in diversi, a destra come a sinistra, sarebbero soddisfatti proprio di un esito del genere: niente legge e ognuno con la propria bandierina in mano. Ma sarebbe una beffa per le persone che soffrono per le discriminazioni, le offese, le violenze, si sentirebbero utilizzate per i soliti giochini politici. Di una legge contro le discriminazioni omotransfobiche c'è bisogno e di corsa».
Partiamo dal quadro attuale: lei non dà per scontato l'esito finale di un voto del Senato sul ddl Zan.
No. Se Pd, M5s e Leu fanno muro sul testo così com'è, in aula si rischierà l'impasse. Ostruzionismo, migliaia di emendamenti, l'insidia di numerosi voti segreti. E non potrà essere il governo a sbrogliare la matassa chiedendo la fiducia, come fece Renzi sulle unioni civili. Uno scenario da Vietnam, appunto.
E quindi occorre negoziare...
Se le forze di centrosinistra e di centrodestra vogliono davvero una legge contro l'omontransfobia devono sedersi a un tavolo e parlarne. Se qualcuno rifiuterà una proposta del genere, semplicemente svelerà la propria volontà di non fare la legge. Ma io credo che se si mettono a lavorare i pontieri dei vari partiti, il tavolo si può fare e può avere un esito positivo. Noi chiediamo alle altre forze di maggioranza, e anche alle opposizioni, di accogliere questa proposta realista e di buon senso di Italia viva.
Un tavolo per modificare quale parte della legge Zan?
A individuare le modifiche non devo essere io, ma il confronto tra i gruppi parlamentari. Sto ponendo una questione di metodo e anche di finalità: si vuole o non si vuole una legge? Se la si vuole, bisogna trattare: non sono affatto certo, come sostengono alcuni esponenti del Pd, che in aula ci sarà una maggioranza sul testo Zan così com'è.
Con una revisione del ddl Zan, il testo varato dal Senato dovrebbe poi tornare alla Camera. Nel Pd si sostiene che questa sia una posizione per prendere tempo.
E una valutazione che non convince. Se il patto politico è vero, serio, si porta un testo ampiamente condiviso in Senato e dopo lo si approva subito alla Camera. E chiaro che di fronte a un tavolo convocato per trovare una sintesi avrebbe torto chi si sfila e chi partecipa solo per non farne uscire nulla. Sarebbe quantomeno un elemento di trasparenza dinanzi all'opinione pubblica. Il patto sarebbe: stop ostruzionismo e tempi certi di approvazione in cambio di poche e puntuali modifiche.
Il confronto non dovrebbe essere la prassi per una maggioranza di governo?
Dovrebbe. E se non sarà così, sul ddl Zan così come su capitoli complessi come le riforme, si metterà a rischio il governo e si tradiranno le speranze che piano piano stanno rinascendo nel Paese. Mattarella ha informato i presidenti delle Camere della mole di lavoro che arriverà prossimamente, c'è un Paese da risollevare economicamente, non possono impaludare il Parlamento.