Intervista al capogruppo di Italia Viva in Senato, La Repubblica, 15 luglio 2020.
Il Pd e il M5s firmano un armistizio, intanto sulle cause legali che li contrapponevano. Primo passaggio in vista di future alleanze. Perché voi non ci state, Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva?
«No, noi non rinunciamo a quelle azioni legali. E spiace doppiamente perché il nuovo gruppo dirigente del Pd rinuncia proprio alle querele che avevamo promosso quando guidavamo noi quel partito in difesa del popolo democratico: penso alle assurde falsità sui bambini di Bibbiano. Noi siamo diversi. Questa resa, per altro unilaterale, sinceramente fa rabbrividire».
L'apertura del M5S alle alleanze però apre nuove prospettive in vista di un centrosinistra allargato.
«La chiusura di questo cerchio era il segreto di Pulcinella. Era chiaro dove sarebbe andato a parare il nuovo gruppo dirigente del Pd. Per questo è nata Italia Viva. Il modello Liguria per loro deve diventare strutturale. Ma non ha vinto da nessuna parte. Vince Bonaccini, vince il riformismo vero. La costruzione di un perverso nuovo Ulivo con questi compagni di strada ha dell`incredibile. Noi continuiamo sulla nostra, di strada».
Un'intesa ampia non può essere un'antidoto per sconfiggere la destra sovranista alle prossime elezioni?
«Intanto a voler costruire questa nuova alleanza sono gli stessi che pensano a un sistema proporzionale. Con la loro ricetta, altro che coalizione: ci si vedrà dopo il voto e le alleanze si costruiranno dopo. La verità è che il gruppo dirigente Pd punta alla costruzione di un grande populismo nazionale.»