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Faraone: Italia Viva apre le porte soltanto a chi si sgancia dai poli

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Davide Faraone intervistato da Miriam Di Peri per "La Repubblica ed. Palermo"

«Chi vuole stare con Italia Viva sa di dovere scommettere sul centro, senza ancore che arrivino dalle coalizioni di destra e sinistra, alle quali siamo alternativi. Incluso Totò Cuffaro». L`ex sottosegretario alla Sanità e oggi deputato renziano Davide Faraone è di ritorno dall`ospedale di Giarre, dove ha fatto un`ispezione, l`ennesima, per monitorare lo stato di salute della sanità siciliana. Che, da quanto emerge, non è messa affatto bene.

Dopo il nome di Mastella, nelle liste di Italia Viva alle Europee potrebbero esserci anche quello di Cuffaro o dell`uscente Francesca Donato?

«A me risulta che Cuffaro stia discutendo con Schifani e Forza Italia. Il nostro è un percorso di centro alternativo ai due poli. Mentre FdI e Pd subappaltano il centro ad altri partiti nelle rispettive coalizioni, noi abbiamo scelto di stare fuori e rappresentare davvero il campo popolare e riformista».

Cuffaro, però, si è tirato fuori dalle liste di Forza Italia.

«Abbiamo letto ripetutamente di un interesse di Cuffaro verso il progetto di Forza Italia, una forza che dopo la morte di Berlusconi ha deciso la sua totale subalternità alla destra. Il nostro percorso è alternativo al populismo di sinistra e al sovranismo di destra».

Nell`area centrista da ricostruire anche in Sicilia, le porte del vostro partito a chi sono aperte?

«Siamo un`organizzazione presente con gruppi parlamentari sia alla Camera che al Senato. Ci rivolgiamo a chi ha il coraggio di stare fuori dalle due coalizioni e la volontà di costruire al centro. C`è Clemente Mastella, ma anche il gruppo che non ha seguito Letizia Moratti in Lombardia, c`è il gruppo di Fioroni, quello di De Mita, i Popolari e autonomisti. Parliamo alle forze popolari, riformiste e liberali e a tutti i cittadini che hanno il coraggio di navigare in mare aperto».

In Sicilia Cateno De Luca è fuori da entrambe le coalizioni. Dialogate anche con lui?

«Sono amico di Cateno, gli voglio bene dai tempi in cui all`Ars facevamo entrambi i rottamatori. Ma "dialogo" e "Cateno" nella stessa frase sono un ossimoro».

Sulla sanità la vostra voce è stata molto critica nei confronti del governo Schifani.

«Voglio essere molto chiaro: all`Assemblea regionale c`è la quasi totalità dei 70 deputati, protagonisti di selfie e responsabili dell`immobilismo siciliano, impegnata soltanto a capire chi sarà il prossimo commissario o il prossimo manager della sanità. Schifani, invece di farsi accogliere con i tappeti rossi nei reparti dove tutto funziona, visiti i reparti chiusi, quelli dove mancano i medici e gli infermieri, dove le barelle restano nei corridoi. Ho trovato una sanità in condizioni drammatiche. Ed è un giudizio da cui metto a riparo medici e infermieri, che sono le prime vittime del sistema. Nella migliore delle ipotesi, Schifani è assolutamente incosciente. Perché altrimenti sarebbe gravissimo».

Quali sono le criticità maggiori che ha riscontrato finora negli ospedali?

«Nei pronto soccorso la situazione è drammatica. Poi i problemi ci sono ovunque: in Pediatria, in Ortopedia, in Cardiologia, mancano gli anestesisti. Ma nei pronto soccorso lavorano medici cui io voglio dire grazie, che non fanno la libera professione e campano del solo stipendio pubblico: non hanno orari, non hanno farmaci, non hanno infermieri e si prendono responsabilità enormi».