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Faraone: "Il rilancio della Sicilia passa da Ponte e Alta Velocità"

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Intervista di Re.Si., "Gazzetta del Sud", 14 luglio 2020.   

«Leggi del sindaco di Milano, Beppe Sala, che propone di adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici al costo della vita, vai a vedere i costi dei biglietti aerei in partenza dagli aeroporti siciliani e ti viene di dargli ragione e di chiedere un aumento degli stipendi al Sud. Il Frecciarossa che arriva dal continente e percorre la Sicilia, il Ponte sullo Stretto, sono diventati simboli di democrazia. Mobilità e connessione, insieme a sanità e istruzione, sono i quattro parametri attraverso i quali si può misurare il grado di uguaglianza in un Paese, e in Italia è veramente molto basso».

Il senatore di Italia Viva Davide Faraone si sofferma sullo stato di salute di una Nazione duramente provata dal Covid-19 e prova a guardare ai mesi successivi.

Cosa ci attende davvero?
«La pandemia apre una strada, per l'Italia e il Mezzogiorno in particolare. Lo Stato s'è indebitato, si stima che il debito pubblico raggiungerà il 170% del Pil, ma finora abbiamo utilizzato quelle risorse soltanto per sopravvivere. Una grande opportunità sarà offerta dalle risorse del New Generation Plan, quasi 180 miliardi per la ricostruzione del Paese, il 34% di queste somme dovrebbero essere investite nel Sud, circa 60 miliardi, Se indirizzati verso impieghi produttivi in grado di generare maggiore ricchezza, il debito accumulato non costituirà un problema, se invece le impiegheremo per spese improduttive, mero sostegno ai redditi, assistenza e "clientela", allora sarà per sempre compromesso lo sviluppo».

Come cambierà la geografia dei flussi commerciali?
«Il 41 50% della produzione mondiale, oggi, proviene da Cina, India, Corea, Giappone, i flussi mercantili provenienti dal Far East e diretti in Europa passano per il Canale di Suez e invece di toccare i porti dell'Europa mediterranea, doppiano lo Stretto di Gibilterra, superano la Manica e raggiungono i grandi scali del Northern Range. Le conseguenze sono negative: più distanza, più tempo e quindi più costi, più inquinamento atmosferico. Il Mediterraneo ritorna a ricoprire un ruolo fondamentale nei flussi del commercio mondiale con un transito dei 19% dell'intero traffico mondiale. L'Africa, poi, registra un ritmo di crescita enormemente superiore a quello di qualsiasi altro continente. Poniamoci il problema di regolare il flusso migratorio, ma ragioniamo anche sulle grandi opportunità che possono emergere. L'Italia e il Mezzogiorno possono essere cerniera tra i tre blocchi geografici del Medio Oriente, Nord Africa ed Europa. E interesse del nostro Paese, del Meridione e in particolare di Sicilia e Calabria, cogliere l'epocale sfida che si profila all'orizzonte».

Ma il gap infrastrutturale di queste regioni non peserà?
«Serve un piano per le infrastrutture che intercetti i flussi di traffico crescenti, sostenere significativi investimenti nel campo dell'alta velocità e capacità, della realizzazione dei 4 corridoi europei Ten-T che attraversano l'Italia, la connessione dei corridoi alle Zes, ai sistemi portuali, alle città metropolitane, agli aeroporti, connessioni che renderebbero il Sud in grado di competere e di attrarre nuove realtà produttive».

Quali sono secondo lei le priorità?
«Alta velocità/alta capacità da Augusta fino a Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, Ponte sullo Stretto, Zes, adeguamenti delle 15 Autorità di sistema portuale, banda larga».