Intervista di Fausto Carioti, "Libero", 19 maggio 2022.
Davide Faraone è il capogruppo di Italia Viva in Senato. A domanda diretta («Per chi ha votato il rappresentante del vostro partito in commissione Esteri?»), svicola. «Più che il singolo voto di Italia Viva», risponde, «contano linea e metodo che abbiamo tenuto: già la settimana scorsa avevamo detto che non esisteva alcun diritto divino a giustificare che il successore di Petrocelli fosse un altro grillino. Un minuto dopo, puntuale, era arrivata la "casalinata" di Conte che rivendicava la presidenza».
Di certo la sconfitta di Licheri non vi ha gettato nella disperazione. Lei è stato uno dei primi a complimentarsi con Stefania Craxi. Dove hanno sbagliato Conte e Letta?
«Letta ha sbagliato a seguire Conte in direzione burrone. Conte invece è tornato alla vecchia passione del pallottoliere, come ai tempi di Ciampolillo. Ha chiamato tutti i membri della commissione, ma proprio tutti, per fare avere al suo candidato i voti necessari. Ha trasformato l'elezione del presidente della commissione Esteri in un congresso contro Di Maio e quando ha perso si è messo sull'Aventino per ripicca. Infine ha provato a puntare il dito contro la maggioranza, facendo fibrillare ancora una volta il governo».
Quella presidenza era già dei Cinque Stelle: che altro avrebbe dovuto fare il loro capo?
«Avevamo chiesto e ottenuto una riunione di maggioranza, convinti che si sarebbe dovuto convergere su un nome autorevole condiviso. Si trattava di un passaggio fondamentale per la compattezza delle forze politiche in una situazione internazionale delicatissima. Invece, in modo del tutto irresponsabile, hanno voluto arrivare alla conta, col risultato che si è visto».
Ora i grillini vogliono che la perdita di quella presidenza «sia riequilibrata in qualche modo», chiedono una compensazione. È giusto che la abbiano?
«Mi pare un linguaggio da prima repubblica. Compensazione di che? Per un mese hanno tenuto in ostaggio una commissione delicatissima come la Esteri e ora si lagnano accusando gli altri di aver bruciato Licheri. Mi sembra di rivedere la stessa tattica geniale usata dal Pd con la legge Zan: il muro contro muro, la conta al buio in Aula, la sconfitta».
Conte dice che con questo voto è nata una nuova maggioranza, che va da Fdi a voi di Italia Viva. È così?
«Semmai sono loro che si mettono fuori dalla maggioranza un minuto sì e l'altro no, dal termovalorizzatore di Roma alle scelte sulla crisi internazionale, pur avendo il ministro degli Esteri. In più chiamano in causa Draghi su una questione puramente parlamentare, giusto per tirarlo per la giacca e metterlo in difficoltà».
E voi da che parte state? Intendete schierarvi di volta in volta con il centrodestra o con il Pd?
«Siamo un partito liberale, riformista, europeista e filoatlantista. Francamente nei due schieramenti è complicato trovare un'identità così definita».