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Faraone: "L'esecutivo non cade ora, ma basta con questi metodi"

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Estratto dell'intervista di Carlo Bertini, "la Stampa", 8 dicembre 2020.

«Al Premier Conte diciamo: ora basta con questo modo di fare. Ma siamo responsabili e al governo non mancheranno i nostri voti fino al varo dei decreti ristori e della legge di bilancio».

Senatore Davide Faraone, sta dicendo che da gennaio il governo rischia di cadere?
«Guardi, noi non facciamo penultimatum, chiediamo però a Conte di fermarsi. E stabilire il percorso più efficace per la gestione di questa unica opportunità. È chiaro che da parte nostra non ci saranno giochini che fanno venir meno i voti per le risorse da garantire ai cittadini. Ma dopo la legge di bilancio, un chiarimento su come andare avanti ci vuole. Due anni ancora così non possiamo farli, a rincorrere il premier e ad essere estranei a tutti i percorsi. Chiudiamo il processo della manovra economica, poi si tira una riga e si stabilisce come e con chi si va avanti».

Ma cosa imputate al Premier in questo passaggio?
«Noi abbiamo evitato che Salvini si prendesse i pieni poteri, ma non per darli a Giuseppe Conte. Sul Recovery Fund, che è una sorta di piano Marshall, vorrebbe creare una sorta di carrozzone, un nuovo ministero che esautora il Parlamento e commissaria il suo stesso governo. Non è possibile. Quei soldi andranno investiti, non "semplicemente" spesi, servono progetti seri».

E per questo avete bloccato il piano italiano sull'uso dei fondi europei anti covid?
«Noi siamo quelli che lo abbiamo per primi innescato quel piano, altro che bloccato. A luglio abbiamo chiesto in Parlamento di organizzare l'attività del Governo per sfruttare al meglio questa opportunità unica. Da allora il silenzio. Poi, di colpo, spunta un'intervista di Conte per annunciare una task force e un carrozzone che dovrebbe gestire i progetti del Recovery. Il problema è che con questo modo di fare, si arriva all'ultimo minuto senza consultare parlamento, parti sociali, regioni, sindaci e neanche la maggioranza. E con una richiesta di delega in bianco. Ci vuole ben altro».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.