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Faraone: "Col proporzionale, Iv diventerà il nucleo del polo riformista, alternativo sia a Salvini sia al M5s"

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Intervista a Davide Faraone su il Foglio del 22 agosto 2020

Ora che è il momento dell`orgoglio, Davide Faraone si prende la sua rivincita: "Non avevamo certo bisogno del permesso di Bettini per capire che eravamo nel giusto, che le ragioni per cui abbiamo fondato Italia viva erano validissime", dice il capogruppo dei renziani al Senato. "Un Pd che involve su posizioni populiste e giustizialiste per rendere organica l`alleanza col M5s, un Pd che si vota allo statalismo, non avrebbe potuto che creare un vuoto politico enorme, al centro". E` lo spazio dei moderati, dei liberali: l`area che, secondo Goffredo Bettini, mentore e suggeritore di Nicola Zingaretti, lui che ambo le chiavi del cor del segretario tiene in mano, Matteo Renzi dovrebbe riorganizzare e guidare. "Lo hanno criminalizzato per mesi, ora a sinistra gli riconoscono i meriti che ha".

Eppure in tanti, nel Pd, dicono che la casa dei riformisti è ancora quella. Lorenzo Guerini lo ha ribadito chiaramente, che quella funzione non va appaltata all`esterno.
"Io rispetto i miei amici del Pd, ma davvero resto allibito ad ascoltare le loro teorie. Per loro il Pd deve essere il partito riformista, e al tempo stesso rafforzare il legame col grillismo non solo a Roma, ma anche sui territori; vogliono il partito a vocazione maggioritaria, e però ci intimano di approvare in fretta il proporzionale. Un po` troppe contraddizioni, mi pare, perfino per un partito plurale. Quella sulla legge elettorale, poi, mi pare davvero enorme. Col ritorno al proporzionale invocato da tutto il Pd, non capisco il senso di questa velleitaria ricerca di unità: è evidente che a quel punto ognuno punterà a rafforzare la propria identità".

E quella di Iv, dice Faraone, è un`identità solida.
"Fondando Iv, abbiamo creato il primo nucleo di un`area politica improntata al riformismo europeista e liberale", dice Faraone. "Bettini dimostra che avevamo ragione", dice Faraone "E dunque, nella ricomposizione del quadro politico che verrà, è inevitabile che tutti i riformi sti, al momento dispersi in vari partiti e addirittura in opposti schieramenti, trovino una convergenza. Penso anche a tanti amici rimasti nel Pd a cui ci legano idee comuni e storie condivise; penso a Calenda e a +Europa, penso a Mara Carfagna e a molti esponenti moderati che, nel centrodestra, vivono con sofferenza la subalternità di FI al calvinismo. Insieme, altro che il 10 per cento prefigurato da Bettíni".

 

per chi volesse leggere tutta l'intervista a Davide Faraone può trovarla qui