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Faraone: "Caso Franco, democrazia sconvolta. Ora commissione d'inchiesta"

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Intervista di LF, "il Giornale", 10 luglio 2020.

«Politichese e burocratese». Così Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva a Palazzo Madama, definisce la non-risposta del ministro Bonafede sul caso Esposito-Berlusconi.

Si aspettava di meglio, senatore?
«Non sono sorpreso. L'obiettivo dell'interrogazione era tirare fuori il ministro dal suo incredibile silenzio sulla vicenda, ma soprattutto capire cosa intenda fare».

E lui, in sostanza, dice che non può fare niente.
«Questo è grave. Perché quello che il giudice Amedeo Franco racconta riguarda il presidente del Consiglio più longevo della storia d'Italia, che per questa vicenda è stato estromesso dalla vita politica del paese condizionando la storia della Repubblica negli anni successivi. Mi sembra che sia un dovere di tutti capire cosa accadde davvero».

Secondo il ministro non si può fare nulla perché Amedeo Franco è morto e Antonio Esposito è in pensione.
«Vorrei ricordare che Bonafede oltre che ministro è anche un uomo politico, capodelegazione del suo partito al governo: ma anche in questa veste ha taciuto. E come ministro non è affatto vero che non possa fare nulla, in questi mesi ha annunciato ispezioni in continuazione, solo su questa vicenda gigantesca non si muove. Non è vero neanche che possa occuparsi solo di magistrati ancora in servizio, lui ha il dovere superiore di tutelare l'immagine e la credibilità del nostro apparato giudiziario, soprattutto in un momento in cui la sua credibilità presso i cittadini è messa drammaticamente in discussione. E la credibilità della giustizia si difende solo accertando i fatti. Che un cittadino qualunque sia vittima di un giudizio preconfezionato è grave, se questo accade ai danni di un leader politico è devastante. Per questo mi auguro che sulla proposta di una commissione d'inchiesta convergano tutte le forze politiche».

I 5 Stelle hanno già fatto capire in aula di non essere particolarmente interessati. Cosa si aspetta dal Pd?
«Non so se il Pd avrà il coraggio di seguirci su questa strada, io per adesso constato che fanno come Bonafede, su quanto sta venendo alla luce non c'è un solo dirigente del partito che finora abbia speso una parola. Ma io mi auspico che escano dal torpore, perché la vittima di questa vicenda non si chiama Silvio Berlusconi. Ad essere colpita e sconvolta è stata la nostra democrazia».