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Family Act: tutte le novità

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Congedi parentali per i papà e tante novità: le anticipazioni sul progetto della Ministra Elena Bonetti.

«Un'ora a quadrimestre per i colloqui scolastici dei propri figli» e «puntare ad almeno 15 giorni di congedo parentale obbligatorio per i papà»: sono tante le novità comprese nel Family act, il pacchetto di riforme allo studio del Governo per rimodulare il welfare familiare italiano.

In particolare - come riporta un articolo odierno de "il Messaggero" -  in questi giorni Elena Bonetti, ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, ha chiarito come vorrebbe intervenire sul sistema dei congedi per i neo-genitori italiani. «Non basta una sola misura - ha annunciato nel corso di un seminario - o dare sostegno economico alle famiglie con l'assegno unico», per ridare fiducia al Paese servono anche «atti simbolici».

L'obiettivo è un intervento a trecentosessanta gradi, cui l'esecutivo sta già lavorando, proprio nel contesto del Family Act, che vedrà luce a stretto giro.

Insomma, si lavora a un patto tra Stato, famiglie e comunità che - come riporta il quotidiano romano - passa appunto anche da azioni simboliche. È il caso, ad esempio, dei colloqui scolastici per i quali si punta ad introdurre «un congedo obbligatorio di un'ora a quadrimestre» per permettere ai genitori di seguire in maniera adeguata il percorso educativo dei propri figli.

Inoltre, fra gli obiettivi del piano c'è anche il tentativo di cambiare l'impostazione culturale che il Paese ha assunto su questi temi: «un genitore non può prendere un permesso non retribuito dal lavoro per andare a scuola - ha spiegato la Ministra - perché è un servizio che svolgo anche a nome della collettività e quindi anche per il datore di lavoro».

In pratica, spiega "il Messaggero", si intende ridisegnare il ruolo del congedo rivedendo il testo unico che li ha regolati finora «affermando una corresponsabilità tra la figura maschile e femminile» anche nel ruolo educativo.

Con lo stesso criterio,  nell'ultima legge di Bilancio, la Ministra non solo ha spinto per far rifinanziare i 5 giorni di congedo obbligatorio di paternità che in Italia avevano fatto il proprio esordio solo nel 2012, ma è anche riuscita a far aggiungere l'estensione fino a 7 giorni. «Due giorni in più sono ancora pochi - ha spiegato al quotidiano - ma è un modo per dimostrare che stiamo facendo dei passi in avanti». Tuttavia, si tratta di una progressione appena iniziata: «per il momento non abbiamo ottenuto i 10 giorni che avevamo chiesto» ma ora «vogliamo arrivare» ad almeno due settimane.

Il Governo però, come spiega "il Messaggero", è intenzionato anche ad intervenire sulla «parte facoltativa» del congedo per le donne. Oggi non solo una neo-mamma «è retribuita al 30% del suo stipendio» ma quando prova a rientrare nel mondo del lavoro non è favorita in alcun modo. Per questo, ha spiegato la Ministra Bonetti, «all'interno del Family Act troveranno spazio misure che favoriscano e sostengano il rientro lavorativo».

Nel corso dello stesso seminario, la Ministra Bonetti ha toccato i numerosi temi che fin dall'insediamento hanno caratterizzato il suo operato, tracciando un programma che, oltre ai congedi, toccherebbe altri due punti. In primo luogo, il tentativo di dotare il Paese di una strategia nazionale per la parità di genere - «si tratta di un atto culturale e di indirizzo politico» per il quale il ministero è già al lavoro, così come riporta il quotidiano - fino all'ormai imminente Family Act che la ministra ha definito «un progetto ambizioso che ha un'idea di fondo: permettere a donne e uomini di poter tornare a sentirsi liberi di scegliere quali desideri rendere storia nella loro vita».

Ovvero, offrire una maggiore sicurezza umana ed economica, anche defiscalizzando i denari spesi per educare i figli, al fine di ottenere dei risvolti sociali come far ripartire le nascite, la cui scarsità resta ad oggi la più grande preoccupazione dalle parti di Largo Chigi: secondo l'Eurostat, infatti, l'Italia è il paese dell'Unione con il più basso tasso di natalità (7,3 per mille, contro una media del 9,7 per mille).