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Family Act in Aula alla Camera, Bonetti: "Una riforma delle politiche familiari segno di una democrazia matura"

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Alla Camera dei Deputati si è tenuta la discussione generale sul Family Act. L'intervento della Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, 16 luglio 2021.

Un grazie davvero sentito agli onorevoli deputate e deputati che sono intervenuti. Lasciatemi, però, ulteriormente sottolineare una profonda gratitudine per il lavoro che è stato svolto anche in Commissione, grazie al relatore, l'onorevole De Filippo, alla presidente, a tutti i gruppi parlamentari, che hanno - come è stato anche dimostrato da questo dibattito - fortemente contribuito alla valorizzazione e al miglioramento del testo. Quando parlo di tutti i gruppi parlamentari parlo e mi rivolgo anche, vista la sollecitazione, alla minoranza, a cui riconosco non solo una capacità di contribuzione, una maturità di dialogo della politica - cosa che è stata ovviamente portata avanti grazie anche al lavoro del relatore -, ma anche un'incisività negli interventi che sono stati proposti e io credo che ciò sia il segno davvero di una democrazia matura, di una democrazia che dia compimento alla necessità di una partecipazione delle diverse prospettive, nella costruzione di un provvedimento che rappresenta, per il nostro Paese, la prima riforma integrata delle politiche familiari. Quindi, non è stato certamente un atteggiamento di concessione la volontà di ricomporre le posizioni, ma la necessità di costruire un provvedimento che dovesse ricomprendere tutte le posizioni, per dare seguito a una risposta concreta che l'Italia chiede, e chiede da tanto tempo.

È una riforma integrata che, per la prima volta, riassume tutte le componenti che agiscono nella vita delle donne e degli uomini delle nostre famiglie e che, da queste componenti, crea una visione organica. Questa, in realtà, è una sollecitazione che più volte questo Parlamento ha rivolto al Governo: politiche integrate, con un approccio multidimensionale, strutturali non estemporanee; ce lo avete chiesto, questa proposta di riforma va e vuole andare in questa direzione. È una proposta di riforma che struttura le politiche familiari come politiche di investimento; nasce certamente come risposta alla grave situazione sulla denatalità del nostro Paese, ma nasce anche come risposta alla mancanza di prospettiva e di visione che purtroppo attanaglia le nostre famiglie. Laddove i desideri personali non trovano, nella dimensione comunitaria, una prospettiva per diventare scelta, un Paese muore a se stesso, perché non è in grado di scegliere, di fare scelte sul futuro. Ecco perché le politiche familiari devono essere politiche di attivazione, di investimento, non di costo, non di semplice assistenza; devono attivare e accompagnare queste scelte, personali e collettive, del futuro. Per fare questo abbiamo scelto di operare, come dicevo, con un approccio integrato, che aumenta le risorse finanziarie delle famiglie; avete ricordato l'assegno unico universale, che ha avuto un percorso anticipato e che già è concretezza, nel nostro Paese; con l'investimento, la centralità di una responsabilità educativa che viene riconosciuta alle famiglie ma, nello stesso tempo che insiste anche in una scelta e una corresponsabilità comunitaria, attraverso i servizi educativi territoriali per tutte le fasce di età e per tutte le diverse situazioni che si devono affrontare. Famiglie finalmente paritarie, nelle quali la condivisione tra le donne e gli uomini diventa corresponsabilità e viene riconosciuta come una responsabilità esercitata a nome di tutti; i congedi parentali sono una responsabilità che risponde al diritto non del lavoratore o della lavoratrice, ma al diritto dei minori, il cui bene primario ha costantemente indirizzato l'azione legislativa nell'ambito di questo provvedimento e, finalmente, una centralità sul ruolo della donna. Per troppo tempo, per troppo tempo, nel nostro Paese, le politiche sulle pari opportunità, di empowerment femminile sono state tenute distanti dalle politiche familiari, laddove purtroppo, sempre nel nostro Paese, spesso le prime disuguaglianze nascono proprio nell'ambito familiare.

La libertà di una donna, che oggi viene riconosciuta finalmente nel Family Act, è di poter contribuire, come lavoratrice, come donna, come madre, come moglie, come figlia, come sorella, all'interno della nostra società, non dovendo scegliere di essere una parte di se stessa, ma potendo esprimere le proprie scelte nel pieno compimento della propria dimensione e della propria dimensione di cittadinanza, che così con grande chiarezza le madri costituenti ci hanno consegnato. Infine, è un investimento sui giovani, sul loro futuro, sulle scelte che oggi noi dobbiamo fare per e con loro, per il loro futuro, per renderlo possibile: università, formazione, scuola, casa, autonomia, protagonismo.

È il tempo per la politica di riaccendere la speranza nel nostro Paese e per farlo dobbiamo investire il nostro oggi nel futuro, che è il destino, la destinazione della nostra speranza. È il segno di una democrazia matura, questa capacità di rimettere al centro delle scelte pubbliche tutte le persone, riconoscendole tutte - tutte! - necessarie per il compimento della democrazia stessa; bisogna anche valorizzare il contributo di ciascuno per il compimento di questa democrazia, che richiede, quindi, davvero pari opportunità: una nuova alleanza tra i generi e tra le generazioni.

Il Family Act vuole fare questo: rimettere al centro delle nostre scelte la persona, il bene e il valore delle nuove generazioni, delle bambine, dei bambini, dei giovani, delle donne e degli uomini insieme, in una corresponsabilità; dare prospettiva di futuro alle scelte di ciascuno, per dare corpo ad una comunità, finalmente, nella quale i desideri, le ambizioni, la libertà di ciascuno possano diventare e diventino l'impegno concreto e una responsabilità per tutte e per tutti. Questo - che è stato descritto anche dal dibattito di quest'Aula - è un bene possibile per il nostro Paese. Oggi la nostra responsabilità è far sì che questo bene possibile diventi vero e concreto, a partire da qui. Grazie, quindi, per la discussione e per il seguito del lavoro che seguirà nell'Aula.

Chi lo desidera può rivedere l'intervento qui di seguito o a questo indirizzo.