L'intervento del coordinatore Iv di Mantova, su "la Gazzetta di Mantova" del 22 maggio 2020.
Renzi, Renzi, Renzi; leggo di tutto nel dibattito politico - ma non solo- e rimango incredulo. Lo scrivo con grande sincerità, come cittadino che ha scelto anche di impegnarsi ormai da mesi, seriamente, con un ruolo di responsabilità all’interno di una comunità politica, ma la mia riflessione oggi è più nella prima veste, di colui che ha le medesime preoccupazioni di tutti per l’epoca che stiamo vivendo. Credo occorra sforzarci nel provare ad uscire dagli slogan, da analisi superficiali e qualunquiste, dal giochetto tra chi è più simpatico o antipatico, tra chi si vanta nei sondaggi e chi no ecc; mai come ora questo sforzo lo chiede il Paese e il contesto come quello attuale, drammatico, senza precedenti, sia sotto il profilo sanitario fino a qualche settimana fa, sia di carattere economico per i prossimi mesi, auspicando che il primo non abbia ricadute.
E allora con questo approccio va analizzata la discussione in aula di mercoledì scorso. Si proprio così, Renzi, Italia Viva, così come le altre compagini di governo d’altronde (ma ovviamente queste han fatto bene a prescindere) hanno garantito, votando no alla sfiducia al Ministro, la prosecuzione dell’azione del Governo e al contempo evitato una crisi e tutto quanto ne sarebbe derivato (un limbo di incertezza pauroso). Ebbene quale è il punto? Che cosa ha scatenato il dibattito ancora un volta su Renzi? Me lo chiedo ma difficile comprendere certe analisi che auspicavano il contrario rispetto al voto in aula.
Da cittadino mi chiedo: sarebbe stato davvero meglio il contrario? Sarebbe stato davvero meglio far navigare la barca senza timone in piena tempesta? Io dico no, e tutti credo possano comprendere gli effetti devastanti che avrebbe avuto tale scenario, proprio ora, sul Paese. Da cittadino dico che il Ministro della Giustizia non è il Ministro della Giustizia che vorrei (mi riferisco anche al tema riforme e prescrizione, non solo al caso di specie) e in un contesto normale probabilmente avrei sperato nelle sue dimissioni e nella sfiducia; ora no, ora io tifo perché l’azione di Governo sia resa più efficace dall’interno e Italia Viva si prospetta questo. Abbiamo l’esempio lampante di due Ministre, la nostra mantovana Elena Bonetti e Teresa Bellanova: non sono forse esempio di come, con concretezza, progettualità, determinazione, serietà, si possa ogni giorno spronare l’azione di Governo su temi fondamentali che ineriscono la famiglia, le pari opportunità, i nostri figli, i diritti, lo lotta allo sfruttamento del lavoro nero? Non è forse meglio e apprezzabile continuare e migliorare i provvedimenti adottati, combattendo la burocrazia ad esempio nell’elargizione dei sostegni economici?
Perché 185milioni sui centri estivi di cui all’ultimo decreto ottenuti grazie alla determinazione della nostra Ministra - l’investimento più alto in questo settore nella storia della Repubblica da destinare non solo ai Comuni, ma tutti agli enti che fanno attività educativa, come il volontariato, parrocchie e associazioni sportive - non costituiscono segnale di grande valore che possiamo dare all’interno dell’azione di governo? Perché il taglio dell’Irap non è forse conquista di Italia Viva? Perché il tema cruciale della ripartenza - posto per primo da Renzi - non si è rivelato essenziale? Non è forse meglio anziché andare a sbattere, porre questioni sul tavolo e portarle a casa nell’interesse di tutti come sulla giustizia, ad esempio esser riusciti, nella commissione tecnico politica annunciata per affrontare i diversi temi a cominciare dalla prescrizione, a farci rappresentare dal presidente dell’Unione camere penali avvocato Gian Domenico Caiazza?
O ancora, far sì che nei prossimi giorni il consiglio dei ministri approvi il decreto per sbloccare i cantieri, per capirsi il Piano Shock proposto da Italia Viva da 120 miliardi con un rilancio significativo all’economia e all’indotto ed ancora riprendere il dibattito sul family act, a cui ha lavorato la nostra Ministra Elena Bonetti, misura che mai come adesso è necessaria per rispondere alle esigenze delle famiglie, ai loro progetti. Lo ribadisco da cittadino: la politica si deve prendere le sue responsabilità e non fuggire.