paese istituzioni

Ercolano, Buonajuto sfida i clan: "Non torniamo indietro"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Intervista di Daniele Gentile, "Metropolis", 22 dicembre 2020. 

Ercolano. La città degli Scavi finisce nuovamente sotto i riflettori delle forze dell’ordine, a causa della ripresa delle attività di spaccio di droga. L’ultima piazza smantellata dagli investigatori era stata allestita a Pugliano e in Supportico Sant’Anna: una zona storicamente controllata dai clan e della malavita organizzata, come dimostrano le telecamere installate nel quartiere per sfuggire ai controlli.

Un’analisi dettagliata sulla nuova l’emergenza a Ercolano arriva dal sindaco Ciro Buonajuto, da anni in prima linea nella lotta alla camorra.

Sindaco, la camorra è tornata a gestire le piazze di spaccio?
«Innanzitutto mi voglio complimentare con le forze dell’ordine per la costante presenza sul territorio. In questi anni è stato fatto, insieme alla magistratura, davvero un lavoro eccezionale. Purtroppo c’è ancora un forte problema sociale: la camorra trova manodopera a basso prezzo e c’è un’eccessiva complicità»

Cosa intende con complicità?
«Nella zona di Pugliano ci sono persone perbene, grandi lavoratori e padri di famiglia pronti a fare l’impossibile per i propri figli. Capisco non sia facile denunciare spacciatori e delinquenti, a volte anche per paura, ma solo se la comunità si indigna di fronte a episodi del genere possiamo vincere una battaglia difficile, debellare le organizzazioni criminali dalla nostra città. A Ercolano però indietro non si torna: continueremo a investire in cultura e legalità e non siamo disposti a tollerare queste persone».

I pusher arrestati a Pugliano avevano installato telecamere nel rione. Qualcuno se ne sarà accorto?
«La gente a volte pensa all’omicidio come un reato grave, ma anche spacciare e mettere in piedi un sistema criminale è altrettanto grave. A Ercolano i cittadini si sono indignati quando hanno abbandonato una barca in strada e hanno collaborato, per quanto sia difficile i quartieri dove il disagio sociale è più radicato, come nella zona di Pugliano, devono dire “no” a sistemi del genere».

Pusher con il reddito di cittadinanza, servono maggiori controlli?
«Sul reddito di cittadinanza c’è un discorso ampio da portare avanti: ritengo che sia un sistema giusto per dare dignità a chi, magari di mezza età e con bassa istruzione, è rimasto tagliato fuori dal mondo del lavoro. Sono d’accordo quando viene elargito ai padri di famiglia in difficoltà. Ritengo sia un’arma a doppio taglio, invece, quando arriva nelle mani di giovani che ne approfittano per vivacchiare con i soldi dello Stato anziché cercare, con umiltà, un lavoro. Questi soggetti, spesso, poi diventano anche la manodopera della camorra, come si sente spesso, appunto, di pusher che ricevano il reddito di cittadinanza».