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Enews 991 giovedì 12 settembre 2024

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La nuova Enews di Matteo Renzi                    

 

 

                         

   

 

Buongiorno.
Per chi ama la politica il confronto tra Kamala Harris e Donald Trump è stato avvincente, anche se non entusiasmante.
Si confrontano due idee: una che parla di ottimismo e di futuro, una che parla di rancore e di passato.
Non è detto che vinca l’ottimismo, sia chiaro: la storia ci insegna che spesso i troppo entusiasti finiscono male.
Ma penso che sia importante vedere un confronto democratico tra i due candidati alla guida della più grande potenza mondiale.
Ognuno tirerà le somme: al di là della mia passione per i democratici americani, trovo che sarebbe innaturale per me votare uno che attacca i migranti dicendo che mangiano i cani. E penso che non ci sia un solo progressista al mondo che abbia dubbi nello scegliere tra Trump, un uomo che si rifiuta ancora di riconoscere le regole della democrazia con la sconfitta del 2020 e di condannare l’insurrezione del 6 gennaio e Kamala Harris.
Mi colpisce soprattutto il fatto che una parte autorevole dei repubblicani stia annunciando il proprio voto per Kamala. Quando Dick Cheney, il bersaglio più odiato di tutta la sinistra, dice che persino lui – alfiere Neocon e falco dell’amministrazione Bush – sosterrà Harris significa che i democratici stanno sfondando nello schieramento avversario. Ed è questo che serve per vincere: prendere i voti del centro, prendere i voti borderline.
Quelli che sono convinti, ti votano già. La sfida per vincere è prendere i voti di chi è incerto, di chi ha dubbi, di chi una volta vota da una parte una volta vota dall’altra.
 
Ecco perché mettere dei veti è la cosa più stupida che può fare un politico.
Da noi ci sarebbe qualcuno pronto a mettere il veto su Dick Cheney, mentre Kamala Harris sta lasciando i posti nel governo ai repubblicani che mollano Trump.
Lo dico per l’idea stessa di politica: vince chi convince gli altri. Se ti tieni solo i tuoi, avrai degli ultras che fanno il tifo per te ma sarai sempre minoranza, come scrive Augusto Minzolini in questo editoriale.
Vedremo se il centrosinistra lo capirà seguendo la linea Schlein o vincerà la linea Conte, di cui ho parlato in questa intervista di oggi a Il Giornale.
Quello che è certo è che alle prossime elezioni politiche noi saremo in campo con la nostra lista. Pronti ad allearci con il centrosinistra ma senza rinunciare alle nostre idee. Perché fare un’alleanza sì, andare con il cappello in mano no. E chi ha dei dubbi su questo venga a Milano il 20 settembre alle 18:00 al Parenti. Sarà una giornata molto importante per noi.
E invito soprattutto quelli che hanno dubbi sulla recente svolta estiva, quelli che non credono al centrosinistra, quelli che sono rassegnati e delusi: il 20 settembre è una serata per voi, credetemi. Un leader politico ha il dovere di indicare una strada, anche quando è stretta e inattesa. In Italia Viva è sempre accaduto questo: con l’accordo per il Conte2 contro Salvini, con Draghi, con l’operazione Belloni, adesso con il centrosinistra. All’inizio sembra strano, poi il quadro emerge nella sua chiarezza. Ci vediamo al Parenti, prenotatevi.

Quanto al Governo. Giorgia Meloni continua a inseguire i fantasmi e Palazzo Chigi sembra il set di Ghostbusters. Dopo gli innumerevoli complotti estivi (per approfondire leggete l’editoriale di Salvatore Merlo oggi su Il Foglio) ora la Premier se la prende con il povero poliziotto destinato all’ascensore del Presidente del Consiglio. Pare che Giorgia abbia preteso le chiavi dell’ascensore riservato che da decenni è nelle mani della Polizia. In un mondo civile qualcuno chiederebbe alla Premier se si fida ancora della Polizia di Stato. Ma dopo aver visto la sceneggiata del complotto estivo su Arianna ormai non mi stupisce più nulla. Ho capito che un filo rosso lega l’accusa a me di aver complottato con i guai di Sangiuliano e soprattutto con il ruolo della sorella della Premier. A me delle vicende personali e coniugali dei diretti interessati importa zero. A me interessa sapere che cosa fa un ministro in ufficio, non cosa fa a letto.
E le cose al momento stanno così: nella principale azienda che gestisce la cultura in Italia, Sangiuliano ha nominato un consigliere comunale di Frosinone privo di curriculum e credibilità imprenditoriale e culturale oltre che molto discusso nella sua città. Pare che la scelta di puntare su di lui, tal Tagliaferri, derivi direttamente da una delle sorelle Meloni. Ci interessa sapere quale delle due sorelle, ci interessa sapere se Ales ha fatto assunzioni marchetta oppure no, ci interessa sapere se chi ha ricevuto soldi da Ales ha finanziato e in che modo Fratelli d’Italia, ci interessa sapere se Sangiuliano ha scelto Tagliaferri perché lo conosceva o perché qualcuno gliel’ha detto. Perché la prima azienda per servizi culturali in Italia deve essere trasparente e pulita, no?
E su questo tema, da poco meno di un mese, sta lavorando Italia Viva prima in splendida solitudine. Perché se c’è da fare l’opposizione, noi la sappiamo fare bene. E non abbiamo paura di disturbare il manovratore: quelli come noi non si fanno comprare con una presidenza di commissione, non si fanno addomesticare con una telefonata affettuosa.
La cultura è il più grande patrimonio di questo Paese. Non lasceremo che sia dilapidato da interessi economici di basso livello o piccoli affari “di famiglia”.
E se anche restassi da solo a fare la battaglia per la cultura, la farei comunque a testa alta e a viso aperto. Siamo quelli che dicevano “un euro in sicurezza, un euro in cultura”. Non abbiamo cambiato idea.

Pensierino della sera.

L’endorsement di Taylor Swift ha portato in dodici ore più di trecentomila persone a registrarsi sul sito indicato dalla popstar. Della forza di quest’artista avevo parlato ormai un anno fa in questo editoriale sul Riformista. La forza di quest’artista è straordinaria. E fa pensare, fa molto pensare.


Un sorriso,
Matteo
 
PS. Sono reduce da uno dei miei viaggi per conferenze a giro per il mondo. È incredibile come gli altri Paesi si stiano preparando al futuro e da noi siamo inchiodati a discutere sul nulla. Mario Draghi ha provato a dare la sveglia all’Europa, bravo. Ma i grigi burocrati di Bruxelles mi paiono in tutt’altre faccende affaccendati. Ricordo i prossimi appuntamenti:
·   Con Enzo De Luca sull’autonomia a Napoli il 18 settembre.
·   Con Italia Viva a Milano il 20 settembre (prenotati).
·   Con gli studenti di Meritare l’Europa a Gaeta dall’11 al 13 ottobre (qui il link).
·   Confermo l’assemblea nazionale per il 28 settembre a Roma, arriverà a breve l’invito ufficiale.