Matteo Renzi Enews

Enews 869 venerdì 17 marzo 2023

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L'Enews della settimana.                         

 

Buongiorno a tutti e buon fine settimana.
Mentre la situazione internazionale continua a essere molto complessa, la politica italiana appare trastullarsi con questioni di poco conto.
 
1.     Il JobsAct, questo sconosciuto
A sinistra provano a trovare un filo conduttore unitario. E a quel punto uno potrebbe immaginare: il filo conduttore sarà contro le politiche della Meloni. No. La proposta di quel raffinato stratega che risponde al nome di Giuseppe Conte è semplice: dobbiamo partire dal fallimento del JobsAct. Essere contro, cioè, le politiche del governo del PD.
Io non credo che Giuseppe Conte abbia mai letto il JobsAct.
Peraltro anche se lo leggesse, e persino se leggendolo lo capisse, Conte non potrebbe apprezzarlo.
Il JobsAct infatti ha creato più di un milione di posti di lavoro.
Seguitemi.
Più gente lavora, meno gente chiede il reddito di cittadinanza.
Meno gente chiede il reddito, meno consensi ha Conte.
La verità è che Conte odia il JobsAct perché il JobsAct gli porta via la base elettorale.
Sui numeri, qui i dati della Fondazione Edison a cura di Marco Fortis, qui un simpatico tweet di Marattin.
 
Chi dice che il Jobs Act ha creato la precarietà in Italia non sa che la precarietà in Italia – e nel mondo – c’è da molto prima che fosse in vigore il Jobs Act e che ci sono centinaia di migliaia di persone che invece, grazie al JobsAct, hanno trovato un posto di lavoro a tempo indeterminato.
 
2.     Sicurezza a governi alterni
A destra invece si preoccupano di sicurezza a governi alterni. Fanno i duri con i Rave Party, ma quando arrivano cinquecento ultrà da Francoforte danno la colpa del disastro alla Germania. Premesso che io butterei fuori per cinque anni dalle coppe le società i cui tifosi si rendono protagonisti di queste incursioni vandaliche, premesso che io costringerei la società che fa danni a una città come Napoli a ripagare fino all’ultimo centesimo, non posso che notare come quando questi episodi accadevano sotto il mio Governo, Salvini chiedeva le dimissioni mie e di Alfano. Oggi che al Governo ci sono loro Salvini chiede le dimissioni all’UEFA, alla FIFA, probabilmente anche alla NATO e alla NASA. In questo atteggiamento bifronte c’è tutto il doppiopesismo dei sovranisti al potere. Quando stanno all’opposizione fanno il pieno di like cavalcando qualsiasi problema, quando sono al Governo fischiettano e parlano d’altro. Facile, no? Noi non chiediamo le dimissioni di Piantedosi per i fatti nelle stazioni o nelle città italiane, ma chiediamo finalmente che si inizi a fare sul serio. Basta slogan, per favore.
 
3.     Le archiviazioni di Genova
Non ne parla più nessuno ma sui temi legati alla giustizia ogni giorno accade qualcosa che dovrebbe scandalizzare l’opinione pubblica ma che viene prudentemente silenziato dai grandi media. Come molti di voi ricordano (e anche “Il Mostro” ne ha parlato) dieci anni fa un dirigente del Monte dei Paschi di Siena, David Rossi, trovò una tragica morte precipitando dalla finestra del palazzo in cui lavorava. Al netto delle conclusioni dell’inchiesta, che portò a giudicare come suicidio la morte del povero David, è chiaro a tutti che le modalità con cui vennero fatte le indagini furono scandalose. Una commissione di inchiesta, nella scorsa legislatura, ha dimostrato i numerosi errori dei PM che seguirono il caso. Errori talmente evidenti da risultare clamorosi. Ebbene la Procura di Genova, competente su eventuali reati compiuti dai colleghi di Siena, ha chiesto l’archiviazione per tutti i PM. Voi direte: hanno dimostrato che non ci sono stati errori? No, l’atto di archiviazione ammette errori e incongruenze ma dice che i PM hanno agito senza dolo. Non lo hanno fatto apposta insomma. Se hanno sbagliato appositamente sono criminali, ok. Ma se hanno sbagliato senza volerlo, cosa sono? Solo incapaci?  E se un PM è incapace chi paga per i suoi errori? La Procura di Genova ha una tradizione di archiviazione per i colleghi magistrati - e ce ne siamo accorti anche noi - ma la domanda è semplice: è giusto che davanti a errori così grossolani non paghi mai nessuno?
 
Un sorriso,
Matteo

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