Matteo Renzi Enews

Enews 807, martedì 19 luglio 2022

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Trent’anni fa la strage di via d’Amelio con la morte di Paolo Borsellino e della donna e degli uomini della sua scorta. È stata una vergogna non riuscire a proteggere colui che era diventato l’obiettivo numero 1 della mafia dopo la morte di Falcone. È stata una vergogna aver consentito il depistaggio sul processo per la strage. Ci sono troppi nodi da sciogliere in questa vicenda, anche trent’anni dopo, e molti riguardano strane figure della magistratura e di altri dirigenti dello Stato più che la politica, sempre tirata in ballo spesso in modo assurdo. Oggi però bisognerebbe solo chiedere scusa alla famiglia Borsellino. E segnatamente ai figli di Paolo: Lucia, Manfredi e Fiammetta. Hanno portato nel cuore un dolore immenso e hanno subito le conseguenze del depistaggio e il clima che è stato creato. Lo Stato deve chiedere scusa. Punto. Quanto a Paolo Borsellino: la sua voce che spiega ai ragazzi scout il 20 giugno 1992 che è l’amore che aveva spinto Falcone a combattere fino al martirio ha segnato una generazione. La nostra generazione. Abbiamo un debito di riconoscenza enorme nei confronti di questo uomo e delle persone che sono morte per proteggerlo. Esserne consapevoli significa chiedere innanzitutto di lottare contro la criminalità e la mafia, cominciando dalle scuole, e lavorare per avere una giustizia giusta contro tutti gli inquinamenti, contro tutti i depistaggi.  

Abbiamo superato quota 100.000 firme per chiedere a Draghi di restare a Palazzo Chigi. Grazie a chi ha firmato, grazie di cuore. La petizione popolare, l’appello dei sindaci, le piazze, le sollecitazioni internazionali: mi sembra ormai evidente che la maggioranza silenziosa che chiede al Governo di andare avanti ha trovato il modo di far sentire la propria voce. Da qui a domattina c’è ancora tempo per firmare e soprattutto far firmare gli amici (è importante che tutti si sentano coinvolti). Poi domani saremo in Aula, al Senato, dalle 9. Ormai è chiaro anche ai bambini: i Cinque Stelle sono i responsabili del disastro e dello sfacelo di questi giorni. Al Premier Draghi tocca oggi la valutazione: accogliere l’appello ad andare avanti, appello che viene da una larga fetta della società civile di questo Paese, o confermare le dimissioni e a quel punto credo che non ci siano alternative alle elezioni prima possibile (fine settembre, inizio ottobre). Domani la vera questione non è se i partiti daranno fiducia al Premier, ma se il Premier dimostrerà di avere ancora fiducia nell’azione di questo Parlamento. Io spero che si vada avanti. Se Draghi non vuole, meglio andare tutti a casa e alle elezioni. Dei Cinque Stelle, per favore, non parliamo più.

Ennesima vittoria della giustizia contro il giustizialismo. I vertici ENI vedono passare in giudicato la sentenza sulla presunta (e inesistente) tangente Nigeriana. Per Descalzi e Scaroni è la fine di un incubo dopo sette anni di massacro mediatico. I motivi di appello sono – secondo la Procura Generale – “incongrui, insufficienti e fuori dal binario della legalità”. Finisce una delle vicende più discusse degli ultimi anni e finisce con una sentenza di assoluzione che passa in giudicato. Quando sette anni fa venne fuori la notizia, le opposizioni chiesero le dimissioni di Descalzi. Ero Premier e diedi solidarietà a Descalzi, dicendo che sarei stato dalla sua parte fino alla eventuale sentenza di condanna. Oggi che Descalzi è definitivamente assolto, ci sarà qualcuno di quelli che sette anni fu urlò contro il mio governo, dicendo che difendevo i lestofanti, qualcuno in grado di chiedere scusa? Attendo con curiosità. E sui temi del libro “Il Mostro” ci sono ancora tante, spesso incredibili, novità in arrivo


Un sorriso, 


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