L'Enews della settimana.
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Buon pomeriggio e buon fine settimana.
1. Si parla di quarta ondata Covid. I numeri non sono drammatici come le altre volte, grazie ai vaccini. Ma bisogna correre sulla terza dose. I vaccini salvano la vita. Per questo mi sono indignato quando il conduttore di "Report", Sigfrido Ranucci, ha detto le seguenti testuali parole: "la terza dose è il business delle case farmaceutiche". Ora capisco essere NoRenzi, come ormai è "Report" da mesi, ma può il servizio pubblico strizzare l’occhio ai NoVax? Il vaccino salva la vita. E le case farmaceutiche, che hanno scoperto il vaccino grazie alla loro ricerca, hanno salvato milioni di vite umane. Con buona pace di chi odia la scienza, la ricerca, il mercato: tre capisaldi di una società liberale. Tutte le volte che sento parole come “il vaccino è il business delle case farmaceutiche” ricordo a me stesso il dovere di difendere la società dalla balorda battaglia condotta in nome dell'ideologia anti scientifica.
2. A proposto di scoop veri o presunti. Far pagare agli altri il costo delle proprie azioni o dei propri privilegi: questo accade ogni giorno in Italia. Ma molti fingono di non accorgersene. Prendiamo l'INPGI, l'Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani. Gestito male, ha ottenuto di essere “salvato” dall’INPS. Cosa significa? Che il trattamento pensionistico privilegiato dei giornalisti viene pagato dalla fiscalità generale, tutti noi. Ma "cane non mangia cane" e, dunque, trovate pochi articoli che ne parlino: qui, ad esempio, il bravo Luciano Capone su "il Foglio". Molti suoi colleghi non fiatano, per pudore o per difesa dei colleghi. Più che una cassa di previdenza direi una CASTA di previdenza. I giornalisti scaricano i loro privilegi sulle prossime generazioni e tutti zitti. Non è uno scandalo, come una mia sosta all’Autogrill o una conferenza all’estero, certo. Ma, forse, visto che si parla di decine di milioni di euro rubati ai nostri figli, forse qualcuno potrebbe farci un editoriale pensieroso o la puntata di un talk? Temo che non accadrà: dovrete accontentarvi dei miei panini all’Autogrill.
3. Questo che vedete è il logo della Leopolda11. Si parte venerdì sera, 19 novembre, si finisce domenica all’ora di pranzo, 21 novembre. Quest’anno la Stazione Leopolda sarà innanzitutto una stazione radio. Ovviamente in presenza, con migliaia di amici muniti di Green Pass. Chi vuole dare idee scriva qui, chi vuole dare una mano economicamente clicchi qui. Chi ancora non si è iscritto, che aspetta a cliccare qui?
Pensierino della sera. In questi giorni, prosegue a puntate come una telenovela la pubblicazione delle carte dell’accusa su Open. Dal 2019, questo processo si fa sui giornali senza contradditorio. Funziona così. Prima la Procura di Firenze impiega centinaia di finanzieri e centinaia di migliaia di euro (vostri) per sequestrare e acquisire carte, talvolta in modo illegittimo anche secondo la Cassazione. Queste carte finiscono in un faldone di 92.000 pagine che viene sapientemente veicolato da alcuni quotidiani. Su 92mila pagine di captazioni volete non trovare una scortesia o parolaccia? Per esempio, dico che devo tornare di corsa per votare contro la fiducia al primo governo Conte, definendolo "un governo di m....". Chiaramente uso un linguaggio colloquiale ed estremizzo perché sto mandando un sms rapidamente ad un amico. Penso a tutti capiti di usare un linguaggio più colorito in privato con gli amici. Sicuramente sono stato maleducato e mi spiace, ma che non mi piacesse quel governo e che pensassi ogni male di un governo populista e sovranista penso non sia una sorpresa per nessuno. Sono le stesse notizie da anni, gli sms anche privati di parlamentari in carica, le fatture professionali sulle quali ci sarebbe un segreto bancario che vale per tutti tranne che per me, la corrispondenza coperta da divieto costituzionale di acquisizione, che viene allegramente rimbalzata di redazione in redazione. Se un indagato vuole ottenere i documenti deve pagare (io ho speso 4.100 euro solo per avere il diritto di sapere di che cosa mi accusano. 4.100 euro. E va bene, posso permettermelo. Ma chi non ha soldi come si difende?). Tutto questo in attesa di un processo che inizierà - come gli altri due che mi riguardano - nel 2022 dentro le aule di giustizia ma che, nel frattempo, è già stato celebrato nel tempio del giustizialismo: lo spazio media e social. Chiamano libertà di informazione quella che, in realtà, è una reiterata violazione di ogni forma di privacy, di guarentigie costituzionali, di rispetto della libertà personale e dell’iniziativa economica. Io ci sono abituato, ho le spalle larghe, so che cosa ho fatto e che cosa NON ho fatto, aspetto il processo e continuo a sorridere, certo - come sono - di essere una persona fortunata. Tuttavia, vi garantisco che farò di tutto per far emergere in ogni sede giudiziaria lo scandalo che si sta consumando nel silenzio di qualsiasi voce istituzionale. Io non ho violato nessuna legge e potrò dimostrarlo agevolmente. Mi auguro che gli inquirenti possano dire la stessa cosa e non abbiano violato nessuna legge. Nelle prossime settimane, andremo a verificare le carte nelle aule della Giustizia mentre alcune redazioni celebrano il processo giustizialista in contumacia. Non sono mai stato così tranquillo nel merito, non sono mai stato così puntiglioso nel metodo e nella lettura di tutte le carte: voglio giustizia e l’avrò in tutte le sedi. Civile e penale. Perché quello che sta emergendo giorno dopo giorno ci dimostra una volta di più che questo non è il modo per trovare la verità, ma per attaccare un obiettivo politico. Del resto, il direttore della rivista di Magistratura Democratica lo aveva scritto: "intorno a Renzi va stretto un cordone sanitario". Bisogna riconoscere che sono stati di parola, ci stanno provando. Ma non ci riusciranno, ve lo garantisco. Anche grazie al vostro affetto.
Un sorriso,