Matteo Renzi Enews

Enews 716, mercoledì 14 luglio 2021

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Buonasera a tutti.
Mi spiace tornare ancora nelle vostre email, ma quello che è accaduto ieri richiede che io sia puntuale e trasparente come sempre.

Ieri era il giorno del libro, "ControCorrente", che tra l’altro è partito molto bene sia in libreria che online (per chi vuole, qui il link per acquistarlo). Ieri era il giorno del DDL Zan in Senato, (qui il video del mio intervento). Alle 17.30, mentre ero in Aula, un giornalista mi ha comunicato che sono indagato dalla Procura di Roma.

Ho risposto con questo video, qui, su Instagram.
Tutto ciò che riguarda la mia vita professionale è trasparente, tracciato, regolare. È perfettamente lecito.
Per questo nessuna polemica con i magistrati, cui auguro buon lavoro e ai quali confermo la mia disponibilità a qualsiasi chiarimento fosse giudicato necessario.

Rimane solo la sorpresa di un avviso di garanzia comunicato da un giornalista e non dall’ufficiale giudiziario.
Lo stesso giorno, casualmente s’intende, in cui esce un libro in cui parlo molto, moltissimo, di giustizia.
Parlo delle indagini su di me, certo. Ma parlo anche delle cene romane, di come si sono fatte le nomine al CSM, di come chiudere la guerra dei trent’anni fra politica e magistratura.

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Forse a qualcuno fa piacere che "ControCorrente" non si legga.
Dai ventilatori cinesi agli sms di Casalino, dalla vera ragione per cui nelle carceri italiane si è perso il controllo fino alle vicende del CSM, ci sono troppe cose che infastidiscono.
Perché in questo libro riporto fatti e documenti, inattaccabili. Ed è per questo che molti accettano che se ne parli, ma paradossalmente non che si legga.
Leggere tutte in fila le cose che sono state fatte a me e alla mia famiglia fa impressione, ve lo assicuro (ringrazio Guido Crosetto e Claudio Velardi).

In ogni caso useremo con gli inquirenti il massimo rispetto, quello stesso rispetto che ci è stato negato facendoci informare dell’avviso di garanzia dai giornalisti.

Quanto al DDL Zan.
Parliamoci chiaro.
Qui ci siamo noi che vogliamo approvare la legge.
Per approvarla servono i voti che al Senato non ci sono, almeno non a scrutinio segreto.
E dunque bisogna cambiare gli articoli 1,4,7, come chiedono il mondo del femminismo, Arcilesbica, il mondo cattolico e tanti altri. La prima richiesta di modifica era arrivata da due senatrici del PD, quali Valeria Fedeli e Valeria Valente.
Il muro contro muro è garanzia di fallimento.
Perché allora il PD vuole il muro contro muro?
Ho l’impressione che siamo tornati indietro con la lancette della storia e di nuovo abbiamo un PD che usa il tema dei diritti per ottenere consenso. Ma non per risolvere problemi.
Il PD preferisce avere un nemico contro cui fare polemica che non una legge che allarga i diritti.
Stare in campagna elettorale a urlare contro Orban funziona di più che dare maggiori tutele ai ragazzi e alle ragazze gay, transgender, con disabilità.
Noi, che eravamo contro Orban quando i grillini erano ancora sovranisti, non prendiamo lezioni su questi temi. Ma dobbiamo dire, con molto dispiacere, che rinunciare a una legge sui crimini d’odio in un momento del genere - solo per interesse di partito - è molto triste.

Qui si scontrano due visioni diverse della politica.
Io penso che il nostro compito sia allargare i diritti, facendo leggi e riforme.
Altri pensano che il loro compito sia sventolare bandierine ideologiche senza portare a casa nulla.

Chi vuole che ci sia una legge modifica gli articoli 1, 4 e 7.
Chi non modifica quegli articoli vuole far affossare la legge.
E vuole usare questo tema per la campagna elettorale.
Legittimo, ma come scrivo nel libro, questo è il modo di fare degli influencer.
I politici fanno le leggi, gli influencer fanno gli slogan.
Tutto qui.
Lo dico e lo ridico. Siamo a un passo dall’avere una legge.
Chi pensa ai ragazzi fa l’accordo.
Chi pensa ai sondaggi manda tutti a sbattere.

Un sorriso,


P.S.
In tanti mi chiedono perché sulle questioni della giustizia non uso un tono più aggressivo. Per un motivo molto semplice. Io continuo nonostante tutto a credere nella giustizia. E nella verità. Per esempio oggi tutti i media sono scatenati sui miei avvisi di garanzia: sono curioso di capire quanto spazio verrà dato alla notizia di mia mamma OGGI ASSOLTA dopo anni di indagini e processi. Assolta dall'accusa di Bancarotta a Cuneo. Perché? Perché il fatto NON sussiste. La verità arriva, prima o poi. Tante sofferenze ma poi arriva. Continuino pure ad attaccarmi, io non mollo. E soprattutto: ti voglio bene, Mamma. Scusami se hai dovuto subire tutto questo per colpa mia.