Matteo Renzi Enews

Enews 672, sabato 12 dicembre 2020

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1. Sulla vicenda politica non ho nulla da aggiungere a questo discorso che ho fatto in Parlamento e sul quale in tanti mi state scrivendo ([email protected]). In queste ore montano le polemiche di chi dice che in piena pandemia non si può fare politica. Io ho un concetto diverso della parola politica. Se, davanti alla più grave crisi economica del dopoguerra, il Parlamento non può fare politica perché non può discutere di dove mettere i soldi dei nostri figli e il Governo deve farsi sostituire da una task force di trecento consulenti significa che c’è qualcosa che non va. La cosa incredibile di questa vicenda è che privatamente tutti ci danno ragione e poi in pubblico, in molti, prendono le distanze. Scriveva George Orwell: "Più una società si allontana dalla verità, più odierà quelli che la dicono". Noi di Italia Viva siamo affezionati a chi ha il coraggio di dire la verità, anche quando si va controcorrente. Se vi va di darci una mano qui c’è il link per iscriversi, qui per dare un contributo economico, qui per mandare un’idea. 


2. Paolo Rossi è stato una bella persona, sempre pronto a dare una mano per iniziative di beneficenza e a regalare un sorriso. La tragica morte priva la sua famiglia e le sue bambine dell’affetto più grande e a loro deve andare il primo pensiero. Ma c’è una riflessione più ampia che vorrei condividere con voi e riguarda tutti. Paolo Rossi nel 1982 era il più criticato dopo le prime quattro partite. Preso in giro. Ricordo i commenti al vetriolo, dopo che era rimasto a secco per tutto il girone eliminatorio. Alla fine la magia: tre gol al Brasile, due alla Polonia, il sigillo in finale con la Germania. Il più criticato che diventa l’eroe del mondiale. E il nome più comune d’Italia, Paolo Rossi, che diventa il simbolo di un’impresa eccezionale. La Nazionale italiana super criticata sconfigge uno dei Brasile più forti di sempre aggrappandosi ai gol di un ragazzo semplice, normale, cresciuto sul campo della Cattolica Virtus di Soffiano. Dovrebbero studiare la vicenda di quel Mondiale e di Paolo Rossi i ragazzi di oggi, quelli che non si piacciono, quelli che non credono in se stessi, quelli che pensano che tutto sia impossibile. Perché nella vicenda di Rossi non c’è solo il calcio ma una grande lezione di vita, per tutti

3. L’ex Ministro Calogero Mannino è stato definitivamente assolto da tutte le accuse dopo aver vissuto un calvario giudiziario iniziato nel 1991 e dopo essere stato 9 mesi in carcere e 13 mesi ai domiciliari. La Cassazione ha assolto Mannino e criticato l’inchiesta. Dopo 30 anni, una semplice domanda: chi paga i danni al Ministro Mannino?



Pensierino della sera. Trovo giusto che, se una nonna vive nel comune accanto a quello in cui risiedono i nipoti, almeno il giorno di Natale si possa condividere la festa, rispettando ovviamente i criteri di prudenza. Ben venga dunque il dietrofront del Governo: negare trasferimenti tra comune e comune significa non aver chiaro che migliaia di municipi in Italia sono fatti da qualche centinaio di abitanti ed è sacrosanto che ci si possa spostare di qualche chilometro almeno per il pranzo di Natale. Ma il punto oggi non è discutere del numero delle persone ammesse al cenone: il punto, l’unico vero punto, su cui ci giochiamo i prossimi mesi è se siamo pronti con la distribuzione del vaccino. Perché le aziende hanno raggiunto risultati positivi sui vaccini in tempi record: tanto di cappello! E, tuttavia, siamo davanti alla più grande vaccinazione di massa della storia dell’umanità: occorrono mezzi, logistica, efficienza. Solo il vaccino mette KO il virus. E non basta comprare le dosi, bisogna gestirne l’operatività. Questa è la vera sfida per il nostro Paese e per l’Europa.

Un sorriso,


P.S.
Una giovane donna italiana, Anna Grassellino, è stata eletta donna dell’anno da "la Repubblica". Chi ricorda Anna alla Leopolda sa che abbiamo a che fare con una straordinaria fuoriclasse che sta scrivendo emozionanti pagine di futuro. Dalla Sicilia a Chicago, Anna appartiene a quella nuova generazione di italiani cui dobbiamo dire solo Grazie! Sono felice per Anna, per la sua famiglia e spero che anche grazie al suo esempio tante giovani donne scelgano la strada della ricerca.