Matteo Renzi Enews

Enews 635, mercoledì 6 maggio 2020

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L'Enews della settimana.             


Rispondo a una domanda che tanti di voi mi stanno facendo in questi giorni. Perché, Matteo, tu e Italia Viva aprite molto spesso fronti di discussione, anche accesa?

La mia tesi è molto semplice.
Io penso che la politica non sia inseguire l’ultimo sondaggio ma cercare di anticipare e costruire il futuro. La nostra attenzione è sempre stata spasmodica su ciò che serve agli italiani. E sullo tsunami occupazionale che si abbatterà sul nostro Paese tra qualche mese. Noi facciamo politica, non inseguiamo i sondaggi.

Siamo stati coerenti, noi. Non abbiamo organizzato, nelle prime ore dell’emergenza, aperitivi in città o spot promozionali al Colosseo. Ma abbiamo cercato di dare una mano. Poi abbiamo chiesto di ripartire. Se avessero ascoltato il nostro appello ad "Avvenire" di fine marzo, allo scopo di preparare la ripartenza, le cose sarebbero andate diversamente sia per le imprese che per le scuole. E invece, anche allora solo polemiche contro di noi. Peccato, un’occasione persa.

Vi faccio l’elenco delle battaglie che stiamo facendo adesso, in queste ore:

- Non di soli sussidi vive l’uomo. Vanno bene tutti gli interventi di aiuto a chi è in difficoltà ma vanno dati i soldi per far riprendere l’economia, altrimenti tra sei mesi i sussidi saranno finiti, il debito sarà al 160% del PIL e le persone scenderanno in piazza, mentre i mercati internazionali balleranno. Se vogliamo un’Italia sana, bisogna ripartire. Oggi i deputati di Italia Viva hanno fatto una diretta sulla nostra pagina Facebook, per annunciare le misure che proponiamo come emendamenti all’ultimo Decreto Legge.

- Bisogna convivere con il Coronavirus. Hanno detto che, se si riapre, a giugno, ci saranno 151mila posti occupati in terapia intensiva. Falso! Chi lo ha detto è un irresponsabile. Non è possibile che ciò accada. Nel momento di massima tensione, dopo gli stadi pieni, dopo le serate in discoteca, dopo le grandi manifestazioni di piazza, il massimo di terapie intensive toccate è stato 4mila. Oggi siamo sotto 1.500. Chi dice 151mila fa terrorismo psicologico. E io lo dico a voce alta, senza paura: non è questa la strada della serietà. Non ci serve terrorismo psicologico ma far ripartire il paese, per tornare a vivere e lavorare in sicurezza. Non possiamo stare reclusi in casa fino a quando non ci sarà il vaccino. È questo che, come Italia Viva, chiediamo da mesi e vogliamo contribuire con le nostre idee e le nostre proposte. Usano questi dati per rinviare le aperture ma non si rendono conto che, così facendo, creano un danno economico e uno psicologico.

- Il Titolo V è un errore. Continuare con questa confusione di rapporto tra Stato e Regioni è folle. Cambiare il Titolo V è una priorità: possiamo farlo tutti insieme?

- Bisogna smetterla con i DPCM. Il Governo può dirmi se usare o no la mascherina o se evitare gli assembramenti. Ma se vengono “consentiti” gli incontri non è un DPCM che può dire “il prozio sì, l’amico no”. Perché ne va delle libertà costituzionali: lo Stato può decidere come io possa incontrare altre persone, ma non certo chi incontrare. E, soprattutto, non voglio che si insista con questo metodo: la maggioranza fa un decreto legge che consente i DPCM. Il DPCM impatta sulle libertà personali. Molti dicono: “Mi fido di Conte”. Mi fa piacere, ma - se creiamo un precedente - un domani, con questa stessa metodologia, se diventassero premier Salvini o Meloni potrebbero fare la stessa cosa. Sicuri che questa sia la strada giusta?

- Sanare l’illegalità. Ci sono centinaia di migliaia di persone straniere che fanno i braccianti, le colf, le badanti. La proposta di Teresa Bellanova è: regolarizzare chi ha un lavoro, così da far uscire dall’illegalità e dal controllo della criminalità migliaia di persone. Regolarizzare per strappare dai circuiti dell’illegalità. Lo spiega benissimo Enrico Mentana qui. Io sono d’accordo. Voi che dite?

- Il calcio non è un giocattolino. Il Ministro dello Sport ha detto che “di far ripartire il calcio non si parla proprio”. Insieme al bravo Luciano Nobili, gli abbiamo spiegato che il calcio è la terza industria del Paese, non è solo una questione di passione ma di posti di lavoro di centinaia di migliaia di persone. E che è vero che non è la cosa più importante, in questa fase di difficoltà e paura. Ma chiedere di far finire il campionato è un modo per sostenere anche economicamente tutto lo sport. Perché è il calcio che, con i propri soldi, aiuta lo sviluppo di tutti gli altri sport. Il calcio è magia, industria, vita. Ho lanciato la proposta il 4 maggio, giorno in cui si ricordava il Grande Torino. E continuo a dire: non è la priorità, ovvio, ma perché dire no allo sport, oggi? In Germania, oggi, hanno dato il via libera a far ripartire la Bundesliga, che ricomincerà il 15 o il 22 maggio. È sufficiente che vengano rispettate le norme igieniche e che i club si accollino le spese. In Germania ripartono, in Italia no, ma il virus è lo stesso: evidentemente a far la differenza è un'altra cosa. Il rischio di avere un tesserato positivo ci sarà a giugno come ci sarà a novembre. O aspettiamo il vaccino e teniamo tutto fermo per un anno, oppure organizziamo un protocollo per far ripartire questo mondo che è fatto di professionismo e di tantissimi, meravigliosi, volontari.

- Giustizia e Bonafede. Come ricorderete, abbiamo molti punti di discussione sui temi della giustizia, da tempo. Dalla prescrizione alle morti in carcere. La vicenda di questi giorni, nata dalle scelte sul DAP fatte dal Ministro della Giustizia, sarà oggetto di dibattito nelle sedi istituzionali doverose. Ma intanto lasciatemi dire che è importante, molto importante, che si eviti la scarcerazione dei boss mafiosi. Perché, se è vero che lo Stato deve tutelare la salute dei condannati, in tutti i casi, non può essere il Coronavirus l’alibi per mandare a casa centinaia di persone condannate per omicidi orrendi: si garantisca la sicurezza all’interno delle strutture di detenzione. E lo si faccia subito, senza cercare comodi alibi. Noi stiamo chiedendo di dare maggiore attenzione alla giustizia, da mesi. All’inizio ci dicevano che eravamo “legulei”. Siamo in realtà soltanto persone che credono nella giustizia e non nel giustizialismo.


Italia Viva non crea polemiche ma fa battaglie di merito, serie, belle, sui contenuti.
In molti casi lo facciamo prima degli altri e questo crea tensione.
Ma è giusto continuare così a testa alta. A viso aperto.
Chi di voi vuole darci una mano e vuole stare in un partito che dice le cose prima degli altri ci può aiutare anche economicamente o inserendo il codice C46 nella dichiarazione dei redditi (quest’ultima cosa non vi costa niente, ma ci destina la parte del 2x1000).
Noi non ci tiriamo indietro mai, ma sapere di poter contare sul vostro aiuto sarebbe fantastico.
Grazie!


Pensierino della sera. Ho ricevuto tantissimi commenti dopo il mio intervento in Senato. Molti hanno letto i titoli e mi hanno criticato. Altri lo hanno sentito e mi hanno scritto email. Bellissime. Grazie. Chi può ascolti ciò che ho detto. E, in generale, non fermatevi mai solo ai titoli.


 
Un sorriso,



P.S. Lunedì, con una certa emozione, ho rimesso le scarpe da ginnastica e dopo due mesi sono tornato a correre sulle colline della mia Firenze. È stato bellissimo. Ma la cosa più bella è stata vedere tante ragazze e ragazzi, nonni coi nipotini, famiglie con passeggini camminare insieme, con mascherine ed a distanza. Vivere! Bellissimo vedere la vita che riprende. E capire che senza relazione umana la nostra esistenza è arida. Dobbiamo stare attenti alla salute, certo. Ma dobbiamo anche difendere la nostra dimensione sociale. L’umanità. La libertà. Non lo nascondo: vedendo quell’arcobaleno di anime sono rimasto commosso. Siamo donne e uomini, non robot.