Buongiorno a tutti. E buon fine settimana. Sono rientrato da New York e dagli impegni del Tony Blair Institute.
Ho parlato in Senato facendo dieci domande a Giorgetti: il ministro ha riso molto, e mi fa piacere che almeno tra noi ci sia un clima civile, ma non ha risposto a nulla. Non è una novità per questo Governo.
Qui il video integrale su YouTube.
Qui il reel accorciato su Instagram.
E su X trovate divise le dieci domande.
Mi dite che ne pensate? [email protected]
Sono stato ospite di Lilli Gruber ieri sera. Qui il video integrale su YouTube, qui il reel.
Ho parlato molto, a Otto E Mezzo del vittimismo di Giorgia Meloni: la Premier ha bisogno di fare la vittima per non parlare dell’aumento del costo della vita, dell’aumento del debito pubblico, dell’aumento della pressione fiscale. E dunque attacca in un continuo piagnisteo.
Solo che questo rilancio sull’odio alimenta una tensione pericolosa nel Paese. E gli estremisti non vedono l’ora di approfittarne! Nei mille giorni in cui sono stato Premier ho ricevuto più di 1.600 minacce di morte. Mi hanno mandato buste coi bossoli, mi hanno “dedicato” la stella a cinque punte delle BR sui muri, hanno aggredito verbalmente le persone vicino a me. Eppure non ho mai attaccato le opposizioni sparando nel mucchio ma ho cercato SEMPRE di abbassare i toni. Perchè un uomo delle Istituzioni deve fare così.
Vi ricordate la vicenda di Macerata? Durante la campagna elettorale del 2018 un candidato consigliere comunale leghista sparò ad altezza d’uomo alla sede del Pd e poi colpì sei persone prima di essere arrestato. Avremmo potuto cavalcare a fine elettorale quell’evento ma prevalse la responsabilità e allora decidemmo di non esasperare il clima. Forse sbagliammo allora? Per i sondaggi sicuro. Ma aiutammo il Paese a respirare.
Per me le cose sono semplici. Chi compie violenza - come i teppisti che hanno assaltato la stazione di Milano e che io ho condannato per primo - deve pagare. Chi gestisce la cosa pubblica deve aiutare a stemperare il clima. E io sono felice di dirvi che venerdì 3 ottobre alle 18:30 uno dei primi eventi della Leopolda sarà un dialogo con il Ministro dell’Interno Piantedosi. Perchè per noi le Istituzioni sono una cosa seria, sempre. E noi le rispettiamo, sempre.
Con Gruber abbiamo parlato anche della situazione internazionale. Ci torneremo anche in Leopolda. Intanto una considerazione: per risolvere la questione Gaza, il problema è capire quale autorità prenderà in mano il Territorio liberandolo da Hamas e dai carri armati di Tel Aviv. L’unico progetto serio al momento lo ha fatto Tony Blair richiamando un protagonismo del mondo arabo riformista (non è la Riviera di cui ha parlato Trump, e tutta un’altra cosa come vi scrivevo lunedì scorso). Chi fa politica e parla di Gaza ha il dovere di proporre una soluzione, e io sono fiero di stare dalla parte di Blair. Che è la parte della proposta, che è la parte della politica.
Per la Leopolda: mancano solo 7 giorni al VIA! Tutti i dettagli saranno resi pubblici nella conferenza stampa di presentazione di martedì alle 15:00.
Chi vuole ancora iscriversi alla scuola di formazione lo faccia.
E ovviamente siete tutti i benvenuti da venerdì alle 18:00 fino a domenica alle 13:00.
Mai come quest’anno la Leopolda sarà un vivaio, un vivaio di idee, di passioni, di sogni.
È uscita su Spotify una mia chiacchierata con una persona che stimo molto, Luca Casadei.
Molti di voi lo conoscono, è il Fondatore e conduttore di One More Time. È una persona che mi ha colpito molto perché usa i nuovi strumenti di informazione e comunicazione con grande intelligenza e professionalità. Ed è riuscito a mettermi a nudo (in senso figurato, tranquilli) come non era mai accaduto prima. È bello quando al di là delle idee politiche si può toccare il piano personale in modo autentico. Già da oggi potete ascoltare la puntata audio e martedì uscirà il video!
Un sorriso,
Matteo
Ps. Nuovo sondaggio sulla Toscana, stavolta Pagnoncelli, sul Corriere. Vedete?
Casa riformista è la seconda forza della coalizione. Quando Giani ha annunciato l’accordo con i Cinque Stelle molti dei nostri hanno chiesto di lasciare la coalizione.
Sono stato molto criticato per aver detto una cosa semplice: se le nostre idee sono forti, prendiamo i voti. E siccome io penso che Casa Riformista sia un progetto serio, mettiamoci in lista e misuriamoci.
I profeti che fanno interviste tutti i giorni e non si presentano alle elezioni non incidono. Funzionano nei sondaggi, forse. Ma alla fine della fiera contano i voti. Casa riformista si presenta in Calabria e in Toscana. Poi Campania, Puglia e Veneto. Vediamo quanto prendiamo. Ma diciamolo chiaro: se pensate che la coalizione sia troppo spostata a sinistra, bene, votare Casa riformista significa riequilibrare tutto. L’ho detto giustificando la scelta di stare nel Campo largo, lo ripeto oggi: la differenza la fanno i voti, non i veti. In Toscana, ad esempio, Giani vincerà sicuramente. Chiedo ai moderati di rendere più forte la gamba riformista anziché sprecare il voto con Forza Italia and company. Logico, no?






