La nuova Enews di Matteo Renzi
Buongiorno e buon mese di aprile!
La situazione internazionale è sempre più complicata.
Il ciclone Trump rischia seriamente di impattare pesantemente sui nuovi ordini mondiali. Ieri Larry Fink, capo di BlackRock, cioè di uno dei fondi finanziari più importanti al mondo, ha detto che il dollaro potrebbe perdere la propria funzione di “moneta di riserva mondiale” e che vede segnali positivi di risveglio dell’Europa.
I dazi sono una guerra commerciale che Washington ha dichiarato ai propri amici e partners. Una follia che provocherà inflazione negli Stati Uniti ma molti danni in Italia. Da mesi diciamo che arriveranno… dazi amari. Il Governo spera che passi la nottata e fa finta di nulla. Ma non si può andare avanti così.
In questo scenario risulta evidente la totale inadeguatezza di Giorgia Meloni che continua a fare l’influencer e non la leader. Aver difeso le parole di Vance, sia in una intervista sul Financial Times che intervenendo al congresso di Azione, dimostra che Giorgia Meloni si sta sedendo dalla parte sbagliata della storia, per me, ma soprattutto dalla parte opposta all’interesse nazionale italiano.
Sono le imprese che soffriranno per l’atteggiamento ondivago e superficiale del nostro Governo: le nostre imprese, i nostri lavoratori, i nostri prodotti.
Le dichiarazioni di Giorgia Meloni consentono tuttavia di fare chiarezza: la divisione nel Paese ormai è tra chi ritiene la Meloni una brava leader e chi la ritiene non all’altezza del compito che svolge. Dopo quasi tre anni di Governo non si può continuare a parlare del passato.
Chi pensa che Giorgia Meloni stia facendo bene sui salari, sulle bollette, sui dazi, sulla politica estera, ha tutto il diritto di pensarlo. Legittimo.
Dall’altro lato chi dà un giudizio negativo sul Governo ha il dovere di farlo a voce alta, come io sto facendo con il libro “L’Influencer”, e senza perdere tempo a litigare al proprio interno, come ho detto oggi in questa intervista a Repubblica.
Il fatto che L’Influencer sia primo nella classifica saggistica è un segnale molto interessante. La maggioranza, che in TV mi manda contro solo Bocchino (non so bene perché), continua ad attaccarmi sul piano personale e a dire che ho scritto un libro pieno di rancore contro la Premier. Invito chi dice queste cose a leggere davvero quello che ho scritto. La mia tesi è che in questa fase storica serve la politica e che la Meloni non è una politica ma una influencer: cito documenti, interventi, posizioni politiche. Non c’è nulla di personale ma solo un giudizio sulla realtà. Chi non la pensa come me mi citi i punti del libro, nel merito.
Per me Giorgia Meloni non è all’altezza.
E in un Paese democratico si potrà avere ancora il diritto di dirlo, no?
Nel frattempo, girando per l’Italia incontro storie incredibili.
Andiamo dove gli altri non vanno. A Mazara del Vallo, ad esempio. Davanti all’ospedale in cui si è consumato il più grande scandalo di malasanità degli ultimi vent’anni: 206 persone avevano il cancro ma non sono state informate per mesi. Se ho il cancro, voglio iniziare la chemio subito, no? Voglio curarmi! Voglio combattere! Per colpa della sanità siciliana, politicizzata in modo squallido, a Mazara si è verificata una cosa ignobile. La trovate qui.
Ma anche ad Agrigento o a Perugia, a Messina o a Roma, di nuovo, con Aldo Cazzullo.
Ho fatto anche tanta tv, da Gramellini a Giletti. Trovate i vari video su YouTube mentre vi invito a iscrivervi sul canale WhatsApp o seguire i social per conoscere le prossime tappe di presentazione che saranno soprattutto al Nord, tra Lombardia e Veneto. Piano piano arriviamo dappertutto: parlare del libro, infatti, significa parlare di che tipo di politica vogliamo per il futuro. Più serietà e meno cuoricini.
Pensierino della Sera.
Facciamo chiarezza, una volta per tutte, sul rapporto con Azione. Il fatto che Carlo Calenda abbia “promosso” sul campo Giorgia Meloni è un fatto politico che va rispettato. Non lo condivido, ma almeno fa chiarezza, definitivamente. Non sorprende nessuno, intendiamoci.
Azione non ha votato la sfiducia al governo sulla vicenda di Almasri, uno dei più clamorosi fallimenti di Meloni & Mantovano.
Azione ha “regalato” alla maggioranza cinque eletti in due anni, cinque parlamentari di Azione scelti da Calenda (ed eletti ahimè con i voti del Terzo Polo) che oggi votano la fiducia alla Meloni. E quando dicono del voto a La Russa mentono sapendo di mentire come sa chi ha letto il libro e chi conosce la matematica.
Forse per questo continuo supporto a Giorgia, Azione ha ricevuto dalla maggioranza una presidenza di commissione che a noi invece è stata negata pur avendo più parlamentari (Noi 15, loro 12): chi non disturba il manovratore viene sempre premiato.
Questi numeri chiariscono meglio di qualsiasi altra valutazione la realtà dei fatti. Ma poi c’è la politica, che va oltre la matematica. Dal palco Calenda ha elogiato la Meloni per la sua politica estera. Io ritengo Giorgia Meloni inadeguata anche (e forse soprattutto) in politica estera. Lo stiamo vedendo in queste ore. Meloni ha usato il palco di Azione per ribadire la sua posizione su Vance e sull’America, ricevendo applausi a scena aperta. Sono contento per lei. Io rivendico il dovere di dire che noi stiamo da un’altra parte. Per Calenda la Meloni è una brava leader, per me una pessima influencer. Finalmente si capisce cosa divide Azione da Italia Viva: non più il carattere o un trattato di psicologia, ma la politica e il giudizio sulla Premier. Loro applaudono la Meloni, noi no. Tutto qui.
Un sorriso,
Matteo
Ps. Ricordate la vicenda Casa Italia? Il Governo ha promesso di farla ripartire ma siamo ancora indietro. Intanto molti comuni alluvionati sono in difficoltà. Il mio amico Tommaso Triberti, bravissimo Sindaco di Marradi, sta facendo i miracoli da solo nell’alto Mugello perché Roma non ha ancora dichiarato lo stato di emergenza. Ho firmato una interrogazione oggi ma soprattutto sarò a Marradi nei prossimi giorni per dare un segnale di vicinanza a Tommaso e a tutti i sindaci come lui.