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Enews 1020 giovedì 13 marzo 2025

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La nuova Enews di Matteo Renzi                    

 

Buongiorno a tutti.
Più vedo il caos di questi giorni, più mi dico che serve investire sulla politica.
Non è vero che la politica non conta più nulla, come si pensava qualche anno fa.
Se Trump mette i dazi, il ceto medio italiano e le piccole e medie aziende pagano il conto e soffrono. La verità è che poi il conto lo paga anche il consumatore americano, con l’inflazione, ma questa è un’altra storia.
È solo un esempio: il punto è che la politica conta, eccome se conta.
Le decisioni dei Palazzi, però, sono spesso ispirate più dal populismo che da una visione di lungo periodo. Ecco perché parlo di influencer al Governo. In Italia non facciamo eccezione, anzi. Ho dedicato allora un intero libro (esce martedì prossimo) alla più influencer di tutti, Giorgia Meloni.
Diciamola semplice: Giorgia Meloni è la più brava a comunicare, la meno adatta a governare. L’incantesimo della propaganda di Giorgia prima o poi svanirà. E sarà chiaro a tutti ciò che pochi hanno il coraggio di dire a voce alta.
Chi avrà il tempo di leggere il libro, fino alla fine, si dirà: ma davvero questa è Giorgia Meloni, ma davvero questo è il governo della Repubblica italiana? Proverete la stessa sensazione di incredulità che avete provato leggendo Il Mostro quando le cose scritte sembravano talmente assurde da non sembrare vere. E invece è tutto vero, tutto provato, tutto dimostrato.
Il Mostro ha svelato l’accanimento giudiziario almeno quanto l’Influencer svelerà la pochezza politica di chi guida l’Italia.
Ho promesso di fare 100 tappe di presentazione. 
Si parte lunedì alle 18:00 a Milano con il Direttore de La Stampa Andrea Malaguti, Martedì alle 21:00 prima tappa su Roma con David Parenzo (ce ne sarà un’altra il 31 marzo con Aldo Cazzullo).

E ancora un lungo weekend di presentazioni le cui tappe annunceremo sui social nelle prossime ore. Si chiude la settimana domenica 23 marzo, al mattino a Bologna e alle 21:00 a Firenze.

Potete prenotare per ciascuna tappa direttamente QUI.

Il libro è pieno di cose che gli altri non scrivono, e un po’ mi dispiace. È tempo di dare qualche anticipazione. Come quella sussurrata ieri in questo tweet. La cosa è molto semplice: nel libro riporto una frase criptica di Giorgia Meloni. E dico che se dopo quello che ha scritto FanPage e dopo la risposta pubblica di Giorgia Meloni, Palazzo Chigi ha deciso di mettere sotto intercettazione preventiva il Direttore di FanPage siamo allo scandalo più assoluto.
Seguitemi un secondo.
Punto 1: c’è un giornalista che fa il Direttore di una testata online, FanPage.
Punto 2: questa testata fa una inchiesta durissima sui giovani di Fratelli d’Italia.
Punto 3: Fratelli d’Italia è al Governo. E secondo alcuni il Governo chiede ai Servizi Segreti di intercettare il Direttore di questa testata, FanPage. Io spero che non sia vero. Ma perché il Governo non smentisce?
Unite i puntini: come la chiamate questa roba?
Ma ci rendiamo conto che queste cose NON POSSONO ACCADERE in una democrazia?
Se davvero lo hanno fatto con un giornalista, vi immaginate che cosa possono fare con i cittadini comuni?
Vi leggo: [email protected]

Il libro si compone di una introduzione che spiega il rapporto tra Giorgia Meloni e gli uomini che l’hanno valorizzata: numeri e fatti alla mano spieghiamo come la nostra Premier sia la più raccomandata di tutta la seconda Repubblica. Altro che underdog. Da Berlusconi a Fini agli uomini della destra romana, cominciando da Fabio Rampelli.
E poi tre capitoli su cosa servirebbe all’Italia e su cosa invece fa la Premier: politica estera, squadra di Governo, politica economica.
C’è poi un capitolo più legato alle relazioni personali e al modo di concepire i rapporti umani nella politica e nelle Istituzioni.
Spero che il libro faccia riflettere.
Sicuramente farà parlare poco perché è già arrivato – chissà da chi – l’ordine di tenerlo basso, di non valorizzarlo sui media. Del resto ne “L’Influencer” ci sono scritte cose che molti giornali non hanno il coraggio di scrivere e che molti politici non hanno il coraggio di dire. Ecco perché è toccato scriverlo a noi: ci mancano molte cose, ma non il coraggio. E se dire la verità ha un costo, lo paghiamo volentieri: meglio essere impopolari che populisti. Il libro esce martedì 18 ma è già ordinabile qui. Il TamTam dal basso sarà più efficace dei loro veti televisivi.
Aspetto curioso di leggere le vostre considerazioni.

Pensierino della sera

Leggo i commenti più disparati sul caos drammatico della politica estera, a cominciare dalla vicenda ucraina. Vedremo se l’azione diplomatica di Stati Uniti e Arabia Saudita (Europa non pervenuta, purtroppo) porterà alla tregua. Speriamo. Nel frattempo vista la qualità del dibattito sulla politica estera di questi giorni, ho come l’impressione che gli influencer siano ovunque intorno a noi. Quanto mi piacerebbe confrontarmi con qualcuno in tv o sui social sul tema della difesa comune, dell’esercito europeo, del nostro principio “un euro in cultura, un euro in sicurezza”. Ma siamo circondati da dirigenti politici che vivono di slogan ripetuti a pappagallo. Prima o poi qualcuno accetterà di confrontarsi anche con me. Nel frattempo qui il mio commento al discorso di Ursula von der Leyen. Che con buona pace dei suoi fan last minute non è Alcide De Gasperi, ecco. Perché De Gasperi sulla difesa comune aveva le idee chiare. La classe dirigente di oggi, purtroppo, parla per slogan.
 
Un sorriso,
Matteo

PS. Ma che emozioni può regalare solo lo sport? L’abbraccio di Larissa Iapichino alla mamma Fiona May dopo la medaglia d’oro degli europei indoor (con il record nel salto in lungo della mamma battuto dalla figlia per soli tre centimetri: che meravigliosa storia di sport, famiglia e d’amore). Ieri mi sono ritagliato mezza giornata a Madrid dove è andata in scena Atletico Madrid-Real Madrid di Champions League, un’autentica battaglia epica. Ciò che lo sport suscita nel cuore non ha paragoni, nessuna intelligenza artificiale può donarti la stessa varietà di sentimenti. Ed è per questo che la politica italiana dovrebbe fare di più per liberare lo sport dai piccoli interessi di bottega (che peraltro questo Governo amplifica nella logica dell’amichettismo e non del merito).
Lo sport è vita. È ossigeno. È bellezza.  
E più la rivoluzione tecnologica ci condiziona tra algoritmi e social, più abbiamo bisogno di emozioni autentiche e personali. So che è un tema che può apparire secondario, ma vedrete che nei prossimi anni riscopriremo davvero il valore salvifico di sport, cultura, identità. Scommettiamo?