La nuova Enews di Matteo Renzi
Buongiorno a tutti.
Sono ore di preoccupazione per la salute di Papa Francesco che è ricoverato all’Ospedale Gemelli di Roma con un quadro sanitario non semplice: tutti noi facciamo il tifo per una pronta guarigione del Pontefice.
A livello internazionale, i colloqui di Ryad segnano una svolta rilevante. Qualcuno li definisce un passo decisivo verso la pace in Ucraina. Personalmente penso che siano soprattutto l’inizio di un nuovo ordine mondiale: il Covid prima e l’invasione russa in Ucraina poi hanno iniziato a disegnare un nuovo equilibrio globale. È il mondo post Yalta che prende forma. Si tratta di un passaggio storico: non significa essere d’accordo sulle scelte di Trump o di Putin o di Xi ma prendere atto che ciò che abbiamo conosciuto fino ad oggi non c’è più. Oggi pomeriggio, intanto, a Miami proprio il Presidente Trump interverrà al tradizionale evento di FII, la Future Investment Initiative, una prestigiosa fondazione internazionale nel cui Board siedo. Gli Stati Uniti stanno pigiando sull’acceleratore e in questa fase sembrano guidare il gioco, vedremo gli sviluppi.
A maggior ragione, comunque, è assurdo il sonno dell’Europa. Chi conosce le nostre posizioni sa bene che l’idea di Svegliare l’Europa è stato il leit motiv degli ultimi anni. E senza gli Stati Uniti d’Europa non toccheremo più palla. L’impressione che abbiamo è che Bruxelles sia ancora addormentata nel pigro burocratismo di questi ultimi anni: così facendo andiamo rapidamente verso l’irrilevanza. Ed è un peccato perché l’Europa potrebbe giocare un ruolo fantastico, se solo si ricordasse della propria missione storica e culturale. Ricordate quante volte abbiamo chiesto – dal 24 febbraio 2022 – che Bruxelles nominasse un inviato speciale per giocare un ruolo diplomatico tra Russia e Ucraina. Dal primo giorno della guerra proponemmo Angela Merkel o Tony Blair, o comunque un nome di alto livello. Non un burocrate, ma un leader politico.
Ho ricevuto diversi messaggi da parte vostra sulla questione Bollette. La situazione è molto più grave di tre anni fa. E tre anni fa Giorgia Meloni diceva: la colpa non è della guerra, è tutta del Governo di Draghi. Adesso invece Giorgia Meloni tace. Ho amabilmente ironizzato retwittando il suo vecchio tweet del 2022, lo trovate qui. La verità è che Meloni è davvero solo una influencer. Peccato, in questo clima di caos mondiale sarebbe tanto servito avere un leader a Palazzo Chigi. Penso che sia chiaro a tutti che le giornalate di queste settimane sulla Meloni ponte tra Europa e USA erano e sono solo esercizio di provincialismo ruffiano e superficiale. Con buona pace dei commentatori di destra in TV, con questa leadership l’Italia è irrilevante sia in Europa che nei rapporti atlantici. Davvero un peccato. Ma almeno speravamo in un aiuto concreto per affrontare la crisi delle famiglie. Invece, nisba.
A quelli che mi dicono: ma tu che proponi? Non esiste la bacchetta magica, un solo colpo di magia. Servono soluzioni integrate e coordinate. Ma bisogna iniziare, subito. Cambiare le regole del mercato del gas in Europa, agevolare tutte le forme di produzione energetica dal petrolio alle rinnovabili, senza mollare nulla, iniziare adesso ad autorizzare il nucleare (serviranno dieci anni come minimo, ma intanto partiamo), stanziare soldi freschi per le famiglie iniziando dal tagliare gli sprechi: questo Governo ha trovato i soldi per Brunetta al CNEL ma non per le bollette delle famiglie.
Sulle bollette e sul costo della vita l’incantesimo Meloni si è spezzato. E non guardate la curva dei sondaggi che non scende: se continua a salire la curva delle bollette, a breve l’italiano medio capirà che c’è una Giorgia Tax che fa male al portafoglio.
Pensierino della Sera.
Ripeto il concetto: la vicenda del Trojan israeliano non interessa ai più. Ma in questa storia il Governo sta facendo di tutto. Ieri Mantovano, Sottosegretario a Palazzo Chigi, ha scritto al Presidente della Camera dicendo che il Governo non si sarebbe presentato al Question Time in Aula per rispondere alle domande del PD e di Italia Viva. Capisco che il tema del dibattito democratico in Parlamento non è propriamente il più interessante, ma guardate che questa è una cosa enorme. Non era mai successo che un Governo dicesse: veniamo solo se cambiate le domande. Ma cosa vogliono: le domande a piacere come quando si andava alle interrogazioni?
La vicenda è semplice: c’è un giornalista spiato da un sistema di intercettazione che il Governo Meloni ha comprato in Israele. I servizi segreti dicono che loro non hanno spiato il giornalista. I ministeri dicono tramite veline che loro non hanno in uso il trojan e dunque non possono essere loro. Noi chiediamo spiegazioni e non ce le danno pur essendo loro dovere farlo. Il Governo parla di queste cose con le agenzie, la Meloni dialoga con Porro, però non vengono in Parlamento. Temo di non essere sufficientemente chiaro: quando si scappa dal Parlamento e si usano i media siamo oltre la democrazia parlamentare.
Vi giuro: io una cosa del genere non solo non l’ho mai vista.
Ma non pensavo potessero nemmeno immaginarla: l’ho detto ieri al Presidente della Camera Fontana e al sottosegretario Mantovano. Mi impressiona la loro incapacità di rispettare le regole.
Ho ritrovato proprio in questi giorni il volantino della prima volta in cui mi sono candidato: era il 1991, avevo 16 anni e diventai rappresentante d’istituto del glorioso Liceo Dante. Da quei giorni lontani più di trenta anni fa ho imparato che le Istituzioni sono di tutti. Che le maggioranze passano ma le Istituzioni vanno difese. Ciò che la destra di Giorgia Meloni sta facendo alle Istituzioni nell’Italia del 2025 non si era mai visto: vengono in Aula a rispondere alle domande dell’opposizione solo se hanno voglia. Impongono la narrazione ai media ma non si confrontano nel tempio della democrazia. Stanno boicottando la commissione di Vigilanza, mettono i servizi segreti contro le procure, impongono all’opposizione cosa chiedere altrimenti non vengono in Aula. Disprezzo totale, arroganza istituzionale, disegno squallido.
Non so se sarò l’unico a insistere su questo tema, ma credetemi: provo un senso di nausea quando penso a quello che stanno facendo. E tuttavia, nausea o non nausea, io non mollo. Possono minacciarmi, farmi le leggi ad personam, insultarmi sui social, zittirmi sui TG: io su questa cosa vado fino in fondo. E quando uscirà il libro “L’INFLUENCER” molte cose saranno più chiare.
Un sorriso, sempre e comunque.