L'intervento pubblicato da "il Resto del Carlino", 27 settembre 2022.
Il deputato uscente (non ricandidato) di Italia Viva, Marco Di Maio, analizza in cinque punti il risultato elettorale sulla sua pagina Facebook. «La vittoria netta della coalizione di destra guidata da Giorgia Meloni, è un risultato ampiamente atteso e previsto. L'affermazione di Fratelli d'Italia ha eroso gran parte dei consensi che in parte erano andati alla Lega e probabilmente anche al Movimento 5 Stelle». C'è poi da riflettere «sull'astensionismo più alto della storia».
Chi ha impostato la campagna elettorale «sul risentimento e il rancore, rinunciando a fare accordi per puro puntiglio personale o - peggio - vecchie ruggini del passato, ha perso anche laddove non aveva mai perso. La capacità di aggregare anziché dividere viene premiata (non da oggi, come dimostrano i risultati delle elezioni regionali e comunali, spesso di segno diverso rispetto alle nazionali). Anche quando ha schierato candidature pregevoli, come ad esempio quella di Andrea Gnassi a Rimini alla Camera o Rontini al Senato a Ravenna-Ferrara, per fare due esempi pratici della mia Romagna», scrive Di Maio.
Con il 7,7% dei voti a livello nazionale del Terzo Polo «si sono gettate le fondamenta su cui edificare un progetto politico che dia rappresentanza all'Italia che lavora, che studia, che si dà da fare e non aspetta di vivere di sussidi. Che certo deve unire le grandi culture liberali, popolari e repubblicane; ma che se vuole crescere in quantità e non solo in qualità, deve anche andare oltre e rivolgersi a un elettorato che forse non ha chiari questi riferimenti ma si può riconoscere nei valori che intendiamo rappresentare».
In aggiunta al dato nazionale, conclude Marco Di Maio, «vanno segnalate percentuali molto buone raggiunte alcune grandi città e anche in Romagna e a Bologna. È chiaro che questo risultato va coltivato, ci attribuisce responsabilità per il futuro e ci rende interlocutori interessati a lavorare con chi ha interesse a condividere progetti e iniziative a beneficio dei nostri territori».
