La notizia pubblicata da "il Secolo XIX", febbraio 2021.
Aggiudicazione entro ottobre 2021 e avvio dei lavori della prima fase della nuova diga foranea di Genova fra marzo e aprile 2022, con completamento nel 2026: è questo il cronoprogramma che il presidente dell'Autorità di sistema di Genova e Savona, Paolo Emilio Signorini, nella sua prima uscita pubblica da commissario dell'opera, ha delineato ieri in audizione di fronte alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera.
Signorini ha detto che si continua a lavorare sull'analisi costi-benefici, che nel documento preliminare ha dato esito positivo, ma che verrà approfondita tenendo conto «delle esternalità positive e negative» e ha fatto il punto sul débat public appena concluso e che vedrà il 19 febbraio la presentazione della relazione finale del coordinatore, e il 28 aprile la presentazione del dossier conclusivo da parte dell'Adsp: «Dagli esiti del dibattito - dice Signorini - è emerso un orientamento favorevole alla soluzione numero 3 (che è la seconda delle soluzioni presentate, assieme alla 2 e alla 4, e prevede il mantenimento dell'ingresso da Levante, ndr). Sia la Capitaneria di porto sia gli operatori dei servizi tecnico-nautici ritengono che garantisca maggiore sicurezza» anche in considerazione del fatto che a Genova il vento di libeccio ha un impatto maggiore rispetto allo scirocco, e quindi è preferibile l'ingresso da Levante piuttosto che da Ponente.
La seconda soluzione ha un costo complessivo di 1,3 miliardi di euro per le due fasi in cui sarà realizzata l'opera. Per la prima fase, che dovrà essere completata entro il 2026, la quota prevista è di 950 milioni di euro. Su questo punto, alle domande delle commissioni riunite, sul reperimento dei fondi necessari, Signorini spiega che non c'è ancora la dotazione completa promessa dal governo, ma che questa dovrà essere messa a disposizione entro giugno, quando sarà presentato il bando di gara. In effetti l'Esecutivo si è impegnato a parole a trovare 700 milioni, a cui l'Authority aggiungerà altri 250 milioni di fondi propri, per arrivare alla quota necessaria al completare la prima fase. Ma Signorini ha ammesso che l'unico documento del governo che fa riferimento ai fondi per la diga è il Pnrr, che stanzia complessivamente 800 milioni divisi fra Genova e Trieste. Il commissario ha poi auspicato di poter avere tempi certi nell'interlocuzione con la pubblica amministrazione sulle autorizzazioni ambientali, «una fluidità - ha spiegato Signorini - che ora manca, perché resta un'area grigia» e che potrebbe pregiudicare il rispetto del cronoprogramma.
«Per ora - commenta Raffaella Paita (Iv) a margine dell'audizione, che ha presieduto come presidente della commissione Trasporti della Camera - ci sono i 500 milioni di euro stanziati nel contesto del Recovery Plan, ma ancora nessun atto del Mit rispetto alle risorse mancanti. Il prossimo indispensabile passo per poter completare l'opera è assicurare certezze sul piano finanziario».