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De Filippo: "Servono bussole, ancoraggi di fiducia e speranza per ricostruire"

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L'intervento del nostro parlamentare, pubblicato da "Cronache Lucane", 31 dicembre 2020.

Fare il "calendario" è sempre difficile. Il tempo accumula più fatti di quanto noi pensiamo e di quanti ne possiamo raccontare. È sempre così! C'è una molteplicità nella realtà e nelle azioni che a riguardarla o ad analizzarla con la memoria diventa "sbalorditivamente" più ampia, intricata, complessa.

Il calendario del 2020 moltiplica per mille questa difficoltà. Come intitolarlo questo anno terribile per molti aspetti ? L'anno del covid-19, della pandemia, della più grande sfida sanitaria planetaria dell'ultimo secolo. Abbiamo ascoltato epidemiologi, virologi, infettivologi tutti i giorni, tutte le ore di questo lungo e tormentato anno. "Ma questo virus solleva anche una domanda filosofica...semplicemente fondamentale. Ci spinge a domandarci se la concezione di numerosi filosofi, da Platone a Spinoza, da Nagarjuna a Kant e Hegel, sia stata solo un abbaglio o significhi qualcosa. Se si esaminano questi sistemi di pensiero, infatti, non si può fare a meno di notare che essi propongono, al dí là del livello intellettuale, e anche di quello strettamente "razionale", un terzo "piano", il quale, che si chiami dianoia, Geist, sunyata o amor Dei, manifesta il comune tratto di riassumere e superare i due livelli precedenti", ci dice per esempio Marco Senaldi.

Un cambiamento sconvolgente che ha inciso sulle due coordinate più sicure che usiamo quotidianamente: il tempo e lo spazio! Cosa significa in fondo lockdown? O quarantena? Perciò il lavoro degli artisti, della cultura, della scuola, della stampa insieme allo straordinario lavoro della scienza della medicina e della farmacologia è stato e sarà decisivo. Insieme al farmaco, al fondamentale vaccino, servono "bussole", punti di orientamento, cardini ed ancoraggi di fiducia e di speranza. Dobbiamo ricostruire utilizzando tutte queste competenza perché ciò che abbiamo davanti è vasto, nuovo, troppo sconosciuto.

Il virus ha prodotto ulteriori cambiamenti. Abbiamo bisogno di un "viatico" ricco e competente. Confesso, suscitando la critica, di aver lavorato molto nelle mie modeste funzioni ed attività. Ho lavorato con trepidazione, a volte con ansia sicuramente con ritmi serrati, per dare un contributo: in Parlamento, sul territorio e nelle reti di confronto che i webinar, o i video talk che in maniera a volte compulsiva, hanno caratterizzato le nostre giornate! Sono stato attivo ed in alcune circostanze ostinato sulle misure di sicurezza proposte, nel rendere più lineare il processo di formazione dei DPCM, pretendendo il confronto in Parlamento. Sono intervenuto ripetutamente in aula, nelle commissioni parlamentari su molti di questi temi come i "pubblici" resoconti parlamentari dimostrano. Ho lavorato con tanti colleghi per rendere chiari e trasparenti i dati della pandemia. Ho sollecitato ministri e governo per rendere semplice e comunicabile il grande piano dei vaccini. Sono stato felice, emozionato e mi sono commosso nel vedere il 27 dicembre i primi operatori sanitari sottoporsi alla vaccinazione. Un giorno che io considero memorabile contro novax, negazionisti o terrapiattisti, che hanno inquinato il clima anche nel nostro Paese.

Viva l'Italia resiliente, responsabile ed intraprendente! Mi fa piacere ricordare che sulla scuola molto dirigenti scolastici troveranno opportunità di servire la "comunità scolastica" superando l`antico problema delle reggenze grazie ad un mio emendamento che in coerenza con il nuovo piano di dimensionamento delle scuole arrivato a conclusione negli ultimi giorni del 2020 renderà la nostra scuola meglio organizzata. Ho combattuto per il Mes e per più soldi alla sanità, sono stato da relatore in Parlamento grande sostenitore del Family Act e soprattutto di una delle piccole rivoluzioni di quest'anno che è l'assegno unico: vero, storico provvedimento per le famiglie. Non ho mai dimenticato con interventi in aula o con interrogazioni o con interpellanze o con ordini del giorno di difendere il territorio lucano.