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De Filippo: "La politica eviti la superficialità nel dibattito sulla sanità"

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L'intervento del nostro parlamentare, su "Cronache Lucane"; 16 luglio 2020. 

È un affondo a chi ritorna a parlare di pericolo emigrazione, quello del capogruppo di Italia Viva nella Commissione "Affari Sociali" Vito De Filippo, nel suo intervento alla Camera dei Deputati dopo la comunicazione del Ministro Speranza sulla nuova fase dell'emergenza Covid-19 : «nel dibattito parlamentare, che si sta facendo sugli sbarchi, non serve né ai migranti e meno che mai agli italiani».

E spiega: «La scorsa settimana siamo stati con il Comitato Schengen, Ministro, a Lampedusa, a Porto Empedocle, a Pozzallo. Io ogni tanto sento un dibattito e una discussione in quest'Aula, è presente il presidente dal Comitato Schengen in quest'Aula: è una propaganda inutile, è una propaganda certe volte, mi consentiranno molti colleghi, anche un po' cinica. Noi abbiamo ascoltato i prefetti, i commissari, le Forze dell'ordine e i sindaci su questo fenomeno, e il racconto è stato un racconto di assoluto governo di un fenomeno e anche di positiva segnalazione di alcune scelte che il Governo ha compiuto: come per esempio la nave Moby Gazà per la quarantena, che ha consentito a quelle popolazioni di convivere con un fenomeno elle conoscono con assoluta tranquillità. con assoluta sicurezza, senza quest'angoscia che si alimenta strumentalmente».

Vito De Filippo è favorevole al prolungamento delle restrizioni sino al 31 luglio, ma avverte che la questione è ben più complessa: «Noi, in questi mesi, come sa bene il Ministro Speranza e tanti colleghi che hanno lavorato nelle Commissioni, che si sono più di altre Commissioni in qualche modo calate su questioni che riguardavano la sanità, anche con riferimento a meccanismi nuovi con i quali abbiamo fatto i conti. ci siamo sempre applicati con grande diligenza, con grande serietà e con grande rigore; non abbiamo però mai rinunciato alla parola, perché avevamo consapevolezza che il lockdown, associato all'afasia della politica e alla quarantena, come abbiamo imparato a dire in questi mesi, sarebbe stato esplosivo. E quindi, anche in alcune circostanze di particolare dolore e di particolare difficoltà anche sulla sicurezza sanitaria del nostro Paese, noi non abbiamo rinunciato alla parola, a segnalare anche questo rimbombo che, nelle parole del Ministro della Salute, viene in qualche modo anche riassunto, che non è soltanto sulla sicurezza e sulla sanità, ma sulla situazione complessiva dell'economia, della scuola, dell'università, della società che noi misureremo con grande drammaticità e con grande difficoltà soprattutto nei prossimi mesi. Quindi, non abbiamo rinunciato all'afasia della parola, non abbiamo voluto associare l'afasia della parola e della politica a questa fase difficile».

De Filippo pone l'accento sul comma 1 dell'articolo 2 della legge n. 35 del 2020, che «obbliga e richiama il Governo ad avere questa interlocuzione con il Parlamento, è stata anche quella una bella pagina di dibattito in questa circostanza, e alcune forze politiche hanno segnalato con specifiche indicazioni e con emendamenti questa necessità e questa possibilità che oggi viene in qualche modo esaltata anche da questo dibattito».

Poi le riflessioni del capogruppo di Italia Viva in XII Commissione: «lo condivido ovviamente l'impostazione che ha dato il Governo e che ci ha segnalato il Ministro. La condivisione non esclude qualche riflessione, che io vorrei aggiungere alle parole ciel Ministro, che sono sicuramente importanti e che descrivono un percorso anche in un inquadramento internazionale, che è sicuramente molto importante, perché è molto evidente che la sottovalutazione e anche la superficialità di alcuni Paesi, dal Brasile all'America, stanno in quei Paesi determinando effetti devastanti e assolutamente incontrollati di una pandemia che, ancora oggi, ha numeri così drammatici e così difficili».

In seguito, il già sottosegretario alla Sanità del Governo Renzi sottolinea: «E noi avremo grandi problemi nei prossimi anni su questo tema. anche in ragione dei grandi finanziamenti e delle grandi risorse che sono stati messi a disposizione in questi mesi dal Sistema sanitario italiano. Si parla di tagli, si ricostruisce una storia in maniera secondo me molto imprecisa, perché credo ci sarà l'occasione per descrivere il tempo dell'austerità, per descrivere che è successo nel sistema sanitario del nostro Paese, in un momento in cui il Lazio, la Campania, la Puglia, la Calabria, la Sicilia, il Molise, l'Abruzzo, la Sardegna e anche il Piemonte erano con grandi disavanzi, e le iniziative che Governi, anche di diversa impostazione e diversa composizione politica, hanno offerto come decisioni per agire e per governare un fondo sanitario che rischiava di essere travolto da una situazione in alcune regioni assolutamente difficile, e con conti che facevano saltare i diritti alla salute che i cittadini di quelle regioni potevano avere. E anche quando. Ministro Speranza, nel 2014, nel 2015, nel 2016, nel 2017, ed anche con l'ultima legge di bilancio - è molto facile dimostrare, senza fare disfide numerologiche, sul fronte dei numeri - sono state incrementate le risorse del Fondo sanitario nazionale, in una stagione lunga, ventennale di austerità, anche quegli aumenti erano assolutamente ritenuti insufficienti».

Infine, De Filippo sottolinea i problemi che la pandemia ha evidenziato e cosa la maggioranza di Governo deve fare: «Noi, caro Ministro, avremo un grande problema nei prossimi anni: sarà il problema del finanziamento del sistema sanitario, perché oggi che tutti quanti ci riempiamo la bocca del fatto che dobbiamo superare l'austerità e che abbiamo costruito anche meccanismi di stabilizzazione e di infrastrutturazione permanente, strutturale in termini di personale e di riorganizzazione di un pezzo della rete ospedaliera, io spero che il sistema finanziario del nostro Paese consentirà di garantire permanentemente queste scelte, e di superarle altresì; perché, se abbiamo superato, caro ministro, la rigidità degli ospedali CO V ID, credo che verrà di per sé ragionare e superare anche altre rigidità. Il decreto ministeriale n. 70 è discusso, in maniera quotidiana, in lungo e in largo nel nostro Paese; anche quello sarà sostanzialmente un punto del nostro dibattito. E se abbiamo fatto questa radicale scelta di superamento dell'austerità, io immagino che il futuro sarà molto complicato; e, quindi. appare anche superficiale, certe volte provinciale questo dibattito su nuove risorse che possono arrivare alla sanità, a partire dal MES».