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Faraone: «L'Ue deve svegliarsi dal sonno Va cambiata, non rottamata»

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Intervista di Davide Faraone per "Il Tempo" del 4-04-2025

di Giulia Sorrentino

«L'Europa deve svegliarsi dal lungo sonno in cui è piombata», questa la critica che il deputato di Italia Viva Davide Faraone muove all'Ue dopo i dazi al 20% imposti da Trump.

Si aspettava dazi così alti?

«Si. Trump lo aveva detto e ripetuto dal giorno dell'elezione e in campagna elettorale. Solo i sovranisti di casa nostra non avevano capito che faceva sul serio e si sono divisi tra i masochisti che hanno detto che sarebbero stati un'opportunità e i pontieri che avevano sperato che sarebbe stato magnanimo con l'Italia. Sono apparsi più trumpisti che patrioti».

Trump però, appunto, lo aveva anticipato.

«Trump sbaglia, mette in crisi un'alleanza commerciale e danneggia l'economia americana. In nome di una distorta concezione del mercato, pensa di riequilibrare la bilancia commerciale tra i paesi con i dazi e ci scaraventa addosso una tassa compensativa. Ora è certificato che il sovranismo crea burroni».

L'Europa non ha un ruolo pesantissimo in questo quadro?

«Avrebbe responsabilità enormi se intanto non decidesse di reagire unitariamente con la stessa determinazione di Trump. Non abbiamo il prosciutto sugli occhi: l'Europa deve svegliarsi dal lungo sonno in cui è piombata».

Ma la mediazione sembrerebbe l'unica arma possibile...

«La mediazione si può avviare solo dopo che ad uno schiaffo si è risposto con un altro, non porgendo l'altra guancia».

Sembra che l'uso che ne sta facendo Trump sia un uso politico e poco economico.

«Sarebbe un politico se si fosse fermato alle dichiarazioni. I dazi li ha imposti nella realtà e costeranno carissimi alle imprese italiane. Costruiamo un tavolo di concertazione unitaria con le nostre organizzazioni imprenditoriali, proviamo a capire insieme come attutire il colpo, evitiamo di perdere le risorse del Pnrr, rivediamo urgentemente la transizione 5.0. La favoletta per cui Meloni avrebbe trattato sola con Trump è stata smentita dalla realtà. Dice che i dazi non sono una catastrofe, ma a rischiare la pelle sono lavoratori e imprese. La sua sottovalutazione del problema è sconcertante».

Vista l'unicità di molti nostri prodotti, a differenza di paesi come la Germania, non pensa che noi saremo quelli meno colpiti?

«Le stime dei dazi sull'Italia sono pesantissime, colpiranno per 13 miliardi, mentre quelli indiretti con i dazi ai paesi extra Ue, 10 miliardi. Per noi sarà una mazzata. La nostra economia è molto legata a quelle degli altri paesi europei, quindi siamo accomunati dallo stesso destino. Reagiamo uniti, l'Europa dalle difficoltà è sempre uscita più forte».

Quale colpa ha von der Leyen?

«Il green deal: non ha salvato l'ambiente e ha messo in difficoltà le nostre imprese. Più in generale una visione poco politica e troppo burocratica. Ma l'Europa va cambiata, non rottamata».