L'intervento su "Avvenire", 31 marzo 2022
Prima al punto di frontiera fra Romania e Ucraina di Sighetu Marmatiei, poi a quello di Siret. Insieme a una delegazione di Italia Viva, l'eurodeputato Nicola Danti a inizio settimana ha potuto vedere con i propri occhi quale sia la portata dell'emergenza profughi.
«La presenza delle istituzioni a fianco al mondo del volontariato - spiega l'europarlamentare - è fondamentale. L'organizzazione messa in campo dalla Romania è senza dubbio lodevole. Così come quella di tutti i paesi dell'Ue. Ma serve un ulteriore impegno. Nell'immediato e per il futuro. La maggior parte degli ucraini ancora sono all'interno dei propri confini, in attesa di capire la durata della guerra. Per questo serve innanzitutto potenziare il sistema di solidarietà all'interno dei confini ucraini. Essere presenti e far arrivare loro gli aiuti».
Quanto al rapporto con la Polonia, Danti è netto: «Non possiamo permettere che Paesi come la Polonia chiedano solo aiuti economici e rifiutino di chiedere il ricollocamento dei profughi per il timore di creare precedenti su un tema su cui, insieme agli altri Paesi di Visegrad, da sempre si oppongono. Ma sulla solidarietà deve esserci una sola Europa, e le regole di accesso per chi fugge dalla guerra devono essere uguali per tutti, a prescindere dai confini di entrata. Per questo serve riformare subito il trattato di Dublino e far sì che solidarietà e umanità diventino regola europea».