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D'Alessandro: "Una proposta a costo zero per la liquidità"

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Riprendiamo qui un intervento di Camillo D'Alessandro, parlamentare di Italia Viva, originariamente pubblicato da "MF - Milano Finanza", 26 maggio 2020. 

L'emergenza in economia si chiama continuità. Nonostante il legislatore abbia affrontato, con l`articolo 7 del dl Liquidità, in fase di conversione, il tema di «neutralizzare gli effetti derivanti (sui bilanci) dell`attuale crisi economica» al fine di garantire la prospettiva della continuità aziendale, in realtà dal tenore letterale della norma sono emerse preoccupanti interpretazioni che consentirebbero di derogare solo alle aziende che per effetto del Covid-19 non avrebbero alternative ragionevoli alla cessazione, svuotando così la norma di ogni senso.

Per tali ragioni, mi sono fatto estensore di un emendamento al dl Liquidità, che purtroppo ha trovato il parere negativo del governo, sul quale tuttavia è necessario insistere, eventualmente aprendo una riflessione anche nel dl Rilancio. La proposta, per ora cassata, prevede che nella predisposizione dei bilanci 2019, la valutazione delle voci e della prospettiva di continuazione dell'attività di cui all`articolo 2423 bis, comma primo, n. 1 del codice civile, può essere operata non tenendo conto delle incertezze e degli effetti derivanti dagli eventi successivi alla chiusura dell`esercizio.

Mentre per i bilanci 2020 in corso la prospettiva di continuità può essere garantita anche mediante il richiamo delle risultanze del bilancio precedente. Una riforma a costo zero, che può salvaguardare l'economia del nostro Paese più di tante, se pur necessarie ed utili, risorse finanziarie. Ciò che valeva prima della guerra, non può valere oggi. Nulla sarà come prima. Se è così chiedo: ha veramente senso, in termini contabili e fiscali, fare riferimento a unità temporali devastate dalla crisi da Covid-19 sulle quali fondare le decisioni dei diversi stakeholder utilizzatori dei bilanci, a partire dalla banche, nella loro valutazione di merito creditizio?

Se il bilancio è lo strumento fondamentale per la rappresentazione veritiera e corretta dei risultati economici e contabili e delle performance aziendali la pandemia ha stravolto tutto incidendo su ogni sua componente attuale e prospettica, su ogni politica precedente, e scaricando in pochi mesi effetti che influenzeranno l`andamento della gestione per anni. Che senso ha dunque chiudere l'anno civilistico e fiscale al 31 dicembre 2020 se l`anno in corso ha subito uno tsunami del genere, un esercizio annuale solo sulla carta, che al massimo sarà solo di qualche mese? Si può in verità considerare un arco temporale di dodici mesi a fronte di dovute chiusure per legge delle attività? Quale sarebbe la rappresentazione veritiera e corretta?

Più che bilanci rischiano di rappresentare degli atti liquidatori incapaci di garantire, torna il tema centrale, la continuità e il collegamento logico e funzionale con l'esercizio successivo. Lascio sullo sfondo una ipotesi finora inesplorata: la sospensione dell'attuale anno civilistico e fiscale e la proroga al 31 dicembre 2022, realizzando un unico esercizio contabile. Bisogna aprire un dibattito in Parlamento su questo tema. Il rischio concreto è che alla fine dell`anno avremo l'esplodere dei fallimenti e l`impossibilità di reagire. Sarà troppo tardi per tanta parte dell'economia che può essere salvata oggi, subito, con una norma, a costo zero.