L'intervento pubblicato dal settimanale "Panorama", 20 luglio 2022.
Gli anziani ancora soli e prigionieri nelle Rsa, i malati chiusi nei pronto soccorso e negli ospedali, privati del conforto dei propri cari, i disabili abbandonati nelle strutture di assistenza. Anno terzo nell'era della pandemia: in Italia troppe strutture continuano a negare ai più deboli il diritto di non rimanere soli ad affrontare la malattia, la sofferenza, spesso la morte. Con la legge del 10 febbraio 2022 il governo ha decretato che fosse finalmente arrivato il momento di consentire le visite negli ospedali, con green pass base, per almeno 45 minuti al giorno; nelle Rsa, invece, non ci sono limiti di tempo, per accedervi basta essere vaccinati.
Tutto questo sulla carta: perché la discrezionalità consente ai direttori sanitari di chiudere i reparti. E se è legittimo limitare gli accessi se ci sono focolai non gestibili, non lo è se i casi di Covid sono uno o due. La situazione è talmente grave che il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, si è scagliato contro lo status quo in una relazione parlamentare, affermando che le chiusure delle strutture hanno sconfinato al punto da configurare un problema di privazione della libertà e della volontà personali.
«Mi arrivano centinaia di lettere strazianti» dice l'onorevole Lisa Noja di Italia Viva, alla quale si deve l'emendamento del 10 febbraio 2022. «Soprattutto dalle Rsa, ma anche da ospedali che continuano a non ottemperare all'obbligo di consentire le visite. Proibiscono ai parenti, senza alcun fondamento scientifico, di accedere. alle stanze dei propri cari o di assisterli mentre mangiano. È intollerabile. Il ministero della Salute in data 10 giugno ha emanato una circolare per richiamare le strutture a garantire continuità di visita e assistenza e le autorità sanitarie a controllare, ma le criticità continuano. Le persone devono sapere che chi nega le visite viola la legge. lo farò presto un'altra interrogazione».