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Covid, Baffi: "Il 20 febbraio 2020, una notte che ci ha cambiato la vita"

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L'intervento pubblicato da "il Cittadino", 19 febbraio 2021.

Ci sono notti che cambiano la vita di alcuni di noi. Ce ne sono altre che cambiario la vita di tutti. Quella fra il 20 e il 21 febbraio del 2020 ha segnato la storia della nostra Codogno e, lo abbiamo capito nel volgere di poche settimane, anche quella della Lombardia, dell'Italia e dell'intero Occidente. Pochissimi lo avevano intuito, in quelle prime ore convulse fra la scoperta del "paziente uno" e la proclamazione della zona rossa nel Basso Lodigiano. E pochissimi erano disposti ad accettare che il nostro mondo, le nostre abitudini, la nostra vita quotidiana sarebbero stati stravolti, per un tempo molto lungo, in modo così radicale. Ma è successo, e ormai quasi tutti ce ne siamo fatta una ragione, un'amara ragione.

Ho sempre sentito Codogno come più del luogo in cui abito e nel quale ho costruito la mia famiglia. Codogno è stata, per me, essa stessa una grande famiglia, una casa, il posto in cui voler tornare e al quale sento di appartenere. Di questa terra così schiva e riservata, e al contempo accogliente e generosa, ho amato l'equilibrio con cui essa affronta le cose del mondo: al passo con i tempi, senza rinunciare alle proprie tradizioni più profonde; moderna, ma al contempo capace di esprimere un fascino antico e un'umanità che le grandi metropoli non conoscono.

La fine del febbraio 2020 ce la ricorderemo per la violenza con cui ha provato a distruggere quell'equilibrio, quel fascino, quell'umanità. Io non dimenticherò la sofferenza, la distanza, il distacco, le limitazioni che ci sono state imposte e che ci siamo dovuti imporre; non dimenticherò la subdola violenza con cui il virus ci ha colpiti, a tradimento, il dolore che ha affranto tante persone, tante famiglie. Ma non dimenticherò nemmeno la forza, il coraggio, la generosità e lo spirito di sacrificio che la nostra comunità, così come quelle a noi contigue, ha dimostrato di possedere. Non sappiamo quanto manchi all'alba, quanto ancora durerà questo inverno, lungo e terribile. Una cosa, però, so con certezza: so che ne usciremo, so che noi vinceremo questa guerra, perché la stiamo già vincendo, con la pazienza e la concretezza che ci contraddistinguono.

Non posso esprimere tutti i ringraziamenti personali che sarebbero necessari, per quanto ho visto e vissuto in questo anno; ci vorrebbe troppo spazio. Mi limiterò a dire che essere codognese è per me un segno di vanto. Un'appartenenza a cui non rinuncerò mai. Sempre e per sempre, orgogliosamente di Codogno.