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Coronavirus, De Filippo, Noja, Rostan: "Proteggere malati cronici e disabili"

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La nota dei parlamentari di Italia Viva.

"Prorogare automaticamente i Piani terapeutici in scadenza per evitare che i pazienti cronici ad alto rischio di contagio possano ridurre al massimo i loro spostamenti e insieme alleggerire il carico degli ospedali. Adottare protocolli e procedure per i casi che coinvolgano persone con disabilità, prevedendo quanto meno che i medici curanti e le strutture di emergenza si consultino per il loro trattamento con i centri specialistici identificati dal Ministero della Salute".

Sono le proposte avanzate dai componenti di Italia Viva in Commissione Affari sociali della Camera Vito De Filippo, Lisa Noja e Michela Rostan ed esposte in una lettera al sottosegretario del ministero della Salute Sandra Zampa.

"La prima proposta - spiegano - attiene i Piani Terapeutici per ausili, dispositivi monouso e altri dispositivi protesici quali quelli per incontinenza, stomie e alimentazione speciale, laringectomizzati, per la prevenzione e il trattamento delle lesioni cutanee, per patologie respiratorie (e.g. OSAS) e per i prodotti connessi a qualsivoglia ospedalizzazione domiciliare che dovessero venire a scadenza durante il periodo dell' emergenza epidemiologica da COVID- 19. Si tratta di protesi e ausili utilizzati da una platea di pazienti cronici ad alto rischio di contagio e per i quali è, quindi, necessario ridurre al minimo qualsiasi esigenza di spostamento. Per tale ragione sarebbe altamente consigliabile prevedere che i suddetti Piani terapeutici, ove in scadenza durante lo stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio, si intendono automaticamente prorogati per 90 giorni. Con la proroga in esame, oltre a tutelare la salute degli assistiti, si alleggerirebbe il carico di medici e presidi sanitari già completamente assorbiti dalla gestione dell'emergenza".

"La seconda proposta riguarda i casi di pazienti con disabilità. Sarebbe, dunque, quanto mai opportuno adottare protocolli e procedure che prevedano quanto meno che i medici curanti e le strutture di emergenza si consultino per il loro trattamento con i centri specialistici identificati dal Ministero della Salute", concludono.