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Coronavirus, Bellanova: "Serve un solo decreto. Adesso proteggiamo il Sud"

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Michele Cozzi, "Corriere del Mezzogiorno", 28 marzo 2020.

Teresa Bellanova, pugliese, ministro dell'agricoltura: il Sud sembra meno colpito dal coronavirus. Un dato strutturale?
«Il diffondersi rapidissimo del contagio in alcune regioni del Nord ha dato più tempo alle regioni meridionali per approntare i propri sistemi sanitari e mettere in atto una organizzazione più coerente con l'emergenza. Non ho elementi per leggerlo come dato strutturale. D'altra parte anche la Protezione Civile ha richiamato sul rischio di un picco nel Mezzogiorno che avrebbe potuto trovare impreparati gli ospedali meridionali. Fronteggiare l'emergenza al Nord e impedire una devastante debacle dalle proporzioni inimmaginabili a Sud: è con questo che bisogna fare i conti».

Emiliano in Puglia si sente abbandonato dal governo. Come replica?
«Nessuna replica. Invece credo che una volta passato questo momento drammatico si dovrà ragionare adeguatamente su come in queste settimane di crisi abbia pesato la mai risolta relazione tra Stato e Regioni con i relativi poteri di attribuzione. Un Paese con 21 sistemi sanitari diversi: se non va bene in tempi di normalità, figuriamoci adesso».

Il governo, secondo l'opposizione, agirebbe senza una vera strategia. Che dice?
«Rispondo di me. Dal primo giorno dell'emergenza sono stata in contatto costante, insieme ai miei uffici, con tutte le Regioni e l'intero settore. La filiera alimentare sta garantendo un intero Paese continuando a produrre un bene essenziale come il cibo e permettendo a tutti noi normalità nella straordinarietà. Insieme a quella sanitaria, è la filiera della vita. La gratitudine è importante ma non sufficiente. Mentre discutiamo di codici Ateco, è bene averlo presente».

In una intervista allo Spiegel, Renzi ha invitato i tedeschi a non commettere gli errori fatti dagli italiani. Condivide?
«Renzi ha detto una cosa molto semplice: in Italia le misure sono state assunte prima che in altri Paesi, esperienza utile anche per evitare eventuali errori fatti. Ci sarà tempo per soffermarsi su questo. Ho una massima: una critica intelligente e costruttiva è preferibile a mille adulazioni. Spero di non essere l'unica a pensarla così».

Limitazioni delle libertà individuali. Per la paura del virus non c'è il rischio di far scricchiolare i fondamenti dello Stato liberale?
«È un rischio che ho ben presente. Non mi sfugge l'allarme che costituzionalisti importanti hanno lanciato sulla decretite. Per questo dico: lavoriamo da qui in poi su un solo decreto, ragionando con cura sulle priorità, sulla strategicità delle scelte che si intendono fare, sulle risorse necessarie».

Si parla di una manovra complessiva di 50 miliardi. Non sono pochi rispetto per esempio, alla Germania?
«Dipende dalle priorità. Per me sono: fronteggiare l'emergenza per salvare la vita delle persone, garantire la filiera alimentare, garantire liquidità alle aziende perché nessuno sia costretto a chiudere. Ci sarà un dopo per cui dobbiamo essere pronti già adesso. Al Nord come al Sud. Sono necessarie scelte chiare, priorità bene definite, molto rigore su tutto. Stiamo utilizzando risorse in deficit e questo obbliga a una responsabilità enorme verso il dopo. Ogni scelta assume un peso doppio. Dobbiamo evitare che il peso si scarichi in modo abnorme sui nostri figli e sui loro».

Per l'agricoltura, le associazioni pugliesi denunciano il collasso, in questa fase, delle produzioni dell'ortofrutta. Ci saranno misure di aiuti al settore?
«Ci sono nel Decreto adesso all'esame del Par lamento e dovranno essercene, molte di più, nel prossimo. Già prevediamo 200 milioni per le imprese agricole, l'arresto temporaneo dell'attività di pesca, l'accesso al credito; cassa integrazione in deroga, tutele per i lavoratori stagionali senza continuità di rapporti di lavoro, indennità per i lavoratori agricoli a tempo determinato. Portiamo dal 50% al 70% gli anticipi dei contributi Pac, valore complessivo oltre un miliardo di euro. Rafforziamo il Fondo indigenti con 5o milioni per assicurare la distribuzione delle derrate alimentari».

In grande difficoltà in Puglia anche il settore florovivaistico. Cosa intende fare?
«Con il chiarimento si fuga definitivamente ogni dubbio: semi, piante, piante da frutto, fiori ornamentali, piante invaso, fertilizzanti, possono essere prodotti, trasportati, commercializzati. I negozi per la vendita restano aperti dovunque, non solo nella distribuzione organizzata. Grazie al lavoro congiunto dei nostri uffici con lo Sviluppo economico e con il contributo importante delle associazioni, siamo riusciti a dare respiro a un settore determinante per il nostro Paese, fondamentale per la nostra agricoltura. Ovviamente tutto questo non basta. Il settore ha bisogno di più attenzione. Questa filiera sta assolvendo un ruolo strategico, vitale, per il Paese».

Il virus, ovviamente, non ferma la xylella.
«Il piano è stato approvato in Conferenza StatoRegioni e adesso attendiamo la registrazione della Corte dei Conti. E già nero su bianco il cronoprogramma delle singole azioni e il lavoro prosegue con priorità su indennizzi agli agricoltori e ai frantoi. Così il confronto tecnico con la Regione per mettere a punto i contenuti delle altre misure e finalizzare i bandi. Il Comitato di Sorveglianza può comunque operare: il Decreto approvato già individua i soggetti che ne fanno parte. Nel frattempo abbiamo pubblicato, e prorogato per l'emergenza coronavirus, il bando sui distretti del cibo e quello per il finanziamento di Contratti di distretto nell'area colpita dalla xylella per un importo di oltre 30 milioni».