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Coronavirus, Bellanova: "Alle merci italiane non serve alcuna certificazione"

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Intervista di Giorgio Dell'Orefice, "il Sole 24 Ore", 13 marzo 2020.

Nell'emergenza Coronavirus il settore agroalimentare italiano è in prima fila. I negozi di generi alimentari saranno tra i pochi a restare aperti ma al settore sono anche legate alcune delle criticità dovute all'emergenza come la mancanza di manodopera nei campi oltre alle difficoltà che si stanno registrando alle frontiere per l'export di prodotti italiani. "Che il settore agroalimentare deriva dalla sua centralità - spiega la Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova - poiché il bene-cibo è essenziale e strategico per l'economia".

Le prime difficoltà si stanno riscontrando in campo con la mancanza di manodopera denunciata in questi giorni dalle organizzazioni agricole.
Le segnalazioni stanno arrivando anche alla Task Force insediata al nostro ministero. Stiamo avviando una consultazione per mappare il calendario dei fabbisogni dei prossimi mesi.

È possibile immaginare un potenziamento dei voucher?
Gli strumenti per sostenere il lavoro stagionale e imprese ci sono. Non so se i voucher siano quelli più indicati. Su questo ci confronteremo: con le associazioni, i rappresentanti dei lavoratori, il Parlamento. I supermercati resteranno aperti ma non i mercati rionali e i venditori ambulanti .

È pensabile una revisione di questi limiti?
Abbiamo salvaguardato i supermercati e anche i mercati al chiuso. In quelli all'aperto è oggettivamente più difficile garantire le misure di sicurezza. Il lasso di tempo indicato dal Decreto approvato mercoledì sera indica come termine il 25 marzo. Un intervento di revisione dei limiti mi sembra, al momento, improbabile.

Quali difficoltà ci sono sul fronte della distribuzione?
I prodotti sugli scaffali stanno arrivando regolarmente. Non mi pare ci siano problemi. Invito i cittadini a non accalcarsi fuori dai negozi; non ce n'è bisogno. I problemi, se mai, sono per i prodotti alimentari che devono arrivare in Europa, come abbiamo visto con le code al Brennero o la notte scorsa ai confini con la Croazia. Su questo abbiamo già attivato la nostra rete diplomatica e siamo al lavoro insieme agli altri ministeri perché le nostre merci e i nostri prodotti alimentari non siano penalizzati da richieste e comportamenti irricevibili.

Ma ogni giorno si registrano nuove difficoltà.
I grandi player ci segnalano il rischio che la grande distribuzione tedesca possa non accettare le merci se gravate da ritardi. Anche per questo è necessario che la Commissione Ue richiami tutti i Paesi membri al rispetto delle regole del mercato unico perché tali comportamenti non si traducano in pratiche e concorrenza sleale.

Dall'estero, nonostante le rassicurazioni dell'Efsa, vengono richieste certificazioni «virus free» sulle merci alimentari italiane esportate. Come rispondere?
Il cibo italiano è sicuro. Ogni richiesta di certificazione virus free è irricevibile. Che va considerata una pratica sleale. Quanto dichiarato ieri dall'Efsa esclude, ancora una volta, che il cibo possa trasmettere il virus.

Nel prossimo DL ci saranno i provvedimenti per il settore alimentare. Ci può anticipare quelli sui cui siete al lavoro?
Stiamo immaginando un'azione ad ampio spettro. Avendo ben chiara una doppia traiettoria: agire sulle criticità generate dall'emergenza, sostenere imprese e lavoratori perché la ripresa possa essere imboccata il più rapidamente possibile. Le due priorità sono garantire liquidità alle imprese e tutelare il lavoro. Per questo pensiamo a un Fondo per andare incontro alle esigenze delle imprese, all'esonero di contributi previdenziali e assistenziali, al sostegno agli agriturismi, a misure di tutela per i lavoratori a tempo determinato. E pensiamo a un sostegno specifico per il settore lattiero caseario. Per evitare sprechi alimentari e dare supporto ad allevatori e produttori di latte.