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Conzatti: "Appello per una coalizione territoriale"

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L'intervista di Luisa Maria Patruno pubblicata su "L'Adige", 31 luglio 2022

«Al di là di quelle che saranno le decisioni a livello nazionale, sul Senato abbiamo l'opportunità di presentare una coalizione territoriale, che è un'esigenza fondamentale per esprimere parlamentari che devono portare avanti una agenda autonomistica e anche in vista delle elezioni provinciali del 2023». La senatrice di Italia Viva, Donatella Conzatti, che è pronta a ricandidarsi nel collegio della Vallagarina, dove fu eletta nel 2018 per il centrodestra, lasciato tre anni fa per aderire al neocostituito partito di Matteo Renzi, esorta le forze riformiste, progressiste e territoriali trentine a unirsi perché «in gioco ci sono due visioni del mondo profondamente diverse».

Senatrice Conzatti, il tempo stringe: lei ritiene che ci siano le condizioni per un'alleanza al Senato, dove si possono sperimentare soluzioni locali, che riesca ad essere competitiva rispetto al centrodestra?

Secondo me i movimenti territoriali sono ancora un po' miopi rispetto alla gravità della scelta nazionale, perché noi ora stiamo scegliendo tra due modelli non solo di sviluppo, ma anche geopolitici contrapposti. Da una parte c'è il modello Draghi: educato, europeista, atlantista, che vuole portare avanti il Pnrr. E dall'altra parte c'è un polo che è esattamente l'opposto, quindi filo-putiniano, guidato dal livore verso gli avversari, non simpatizzante dell`Europa, che vorrebbe mettere in discussione il Pnrr e contrario anche al piano energia-ambiente. Vorrebbe dire cancellare tutto quello che di buono è stato fatto. D'altronde Giorgia Meloni, che esprime la leadership del centrodestra, o meglio della destra destra, non ha mai sostenuto il governo Draghi.

A cosa si riferisce parlando di miopia?

Qui mi sembra che si stiano facendo le liste per le elezioni comunali e lo ritengo troppo poco per la gravità del momento. Vedo, ad esempio, che il Pd del Trentino si muove come se avesse il 52% dei consensi da solo proponendo i nomi dei suoi consiglieri provinciali, una mossa che serve solo per mandare una lista a Roma. Non è un progetto. Ma a livello nazionale non si sa neppure se Pd, Azione di Calenda e Italia Viva si presenteranno insieme o ognuno correrà per conto suo.

Lei pensa che si arriverà a un accordo?

Io preferirei che Italia Viva facesse parte di una grande alleanza e l'ho detto negli organi di partito, ma in questo momento direi che c'è un 50% di probabilità che si vada in coalizione e il 50% di una corsa solitaria. E vero che sulla Camera negli uninominali e nel proporzionale si deve seguire lo schema nazionale e si deve attendere l'esito delle trattative nazionali, ma sul Senato abbiamo l'opportunità di fare una trattativa territoriale, come avevamo detto nell`ultima riunione delle forze riunite per la costruzione della coalizione delle provinciali a Brentonico. Lo ha proposto anche il Pd. lo voglio lavorare per questo, perché penso che sia l'unico modo per vincere a prescindere dagli accordi nazionali. Ci aspettiamo che il Pd esca dal tunnel identitario in cui si è infilato negli ultimi giorni.

Come le sembra la proposta di patto autonomistico avanzata da Campobase?

L'ho letta, ma io mi limiterei a fare un ragionamento sul Trentino invece che regionale, con la Svp in Alto Adige, dove la situazione è più complessa.

Però il Patt parte da un accordo con la Svp: pensa che la scelta di corsa solitaria degli autonomisti sia reversibile?

Lo spero, perché con il Patt ho sempre lavorato bene, anche se per le Politiche loro sono strettamente collegati alle scelte della Svp. Li invito comunque a partecipare almeno al tavolo per il Senato partendo da un ragionamento sull'autonomia.