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Comunali, Renzi a Mantova: "Mattia Palazzi ha dato energia e grinta alla città, ma il meglio deve ancora venire"

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Ieri Matteo Renzi in visita a Mantova, con la Ministra Elena Bonetti e il deputato di Italia Viva Matteo Colaninno. La notizia sulla "Gazzetta di Mantova", 10 settembre 2020.

«Palazzi ha restituito energia e grinta a Mantova, città che aveva bisogno di una scossa, ma il meglio deve ancora venire» dice ai giornalisti Matteo Renzi, leader di Italia Viva, al suo arrivo al teatro Bibiena per sostenere la ricandidatura a sindaco di Mattia Palazzi. Ad attenderlo ci sono il primo cittadino, la ministra alla famiglia Elena Bonetti e il deputato Matteo Colaninno. E sono baci e abbracci calorosi.

Poi sul palco va in onda la mozione degli affetti con reciproci scambi di complimenti tra Renzi e Palazzi. «Ha aiutato molto la città - inizia Palazzi - il suo governo ha dato molti soldi a Mantova, che abbiamo speso bene». «È stato il primo - replica Renzi - a venire a casa mia, quando ero deciso a lasciare la politica, per convincermi a continuare. E ha sfasciato anche la macchina».

Dalla platea (dove in prima fila siedono Emma Marcegaglia e Roberto Colaninno) e dal palco dove sono schierati i candidati di Italia Viva, si alza un applauso. Mattia e Matteo hanno seguito strade diverse; il primo è rimasto nel Pd, il secondo ha fondato Iv «per battere il populismo ed evitare che l'Italia finisse fuori dall'euro» ha ricordato; ma alla fine dice Palazzi «tutti lavoriamo per Mantova».

Renzi arriva in città da un tour elettorale in Trentino e in Veneto e spiega che il suo partito è «una startup che punta a fare politica ai tempi del populismo». Aggiunge che «la storia di questi anni dimostra che abbiamo cercato di dare una prospettiva al paese» tanto che adesso «dicono che bisogna cambiare il bicameralismo, dandoci ragione anche su tante altre cose».

È il ragionamento che aveva fatto poco prima di entrare in teatro parlando di legge elettorale: «Da mesi abbiamo proposto due soluzioni alternative: la prima è il maggioritario che vuoi dire sistema francese e riforma costituzionale; il secondo è quello tedesco che è proporzionale, e a me piace meno, ma se c'è occorre metterci la sfiducia costruttiva e il superamento del bicameralismo. Piaccia o non piaccia, si torna sempre ai punti che abbiamo sostenuto in questi anni».

Sul palco preferisce affrontare altri temi. Come quello della pandemia, «un assist devastante, terribile e tragico alla politica». E spiega: «Non va abbassata la guardia verso le altre malattie e per questo bisogna investire in sanità e a chi non vuole il Mes dico che ce lo prenderemo, piacciano». E ancora: «Abbiamo dieci mesi difficili davanti a noi, quando sarà possibile licenziare sarà una tragedia. Però, se riusciamo ad impostare bene il lavoro del Recovery Fund, del Mes e del Sure l'Italia avrà davanti dieci anni di crescita».

Questo perché «l'Europa ha fatto un investimento straordinario e noi il durissimo lavoro del 2019 con cui abbiamo mandato a casa Salvini. I 209 miliardi di euro però - ammonisce - vanno spesi bene».

Renzi chiude con una frecciata al Pd e ai Cinque Stelle: «La differenza tra noi e loro è che non vogliamo morire grillini». Ancora ai dem: «Se affidi la storia della sinistra ad Emiliano in Puglia e ad uno del Fatto Quotidiano in Liguria sei finito». Un ultimissimo cenno all'onorevole Anna Lisa Baroni di Forza Italia che, come aveva ricordato Palazzi, «con un'interrogazione vuoi far saltare i 5 milioni che abbiamo ottenuto per il Parco Te»: «molti in Forza Italia - chiosa Renzi - non sanno che cosa sia il bene comune».

Ad introdurre Renzi, «che vuol bene a Mantova e lo ha dimostrato da premier», era stato Matteo Colaninno ricordando i motivi della nascita di Iv anche a Mantova: «Ora - ha detto - candidandoci con una nostra lista a sostegno di Palazzi che ha bene amministrato ci mettiamo la faccia. Siamo gli unici che possono creare una sinergia tra sindaco, parlamento e governo».

E ha chiuso rammentando le promesse fatte, «e mantenute», come i 340 milioni del governo per il raddoppio della Mantova-Milano e il treno veloce per Roma.

«Noi siamo i riformisti - ha fatto eco la ministra Bonetti -, il che significa dare una prospettiva di futuro a Mantova fatta di lavoro, bellezza e innovazione. Noi ci candidiamo con un progetto chiaro di infrastrutture fisiche e di relazioni che deriva dal nostro piano shock per l'Italia».

Infine Palazzi, che svela: «Ho voluto io la lista di Iv per dimostrare che possiamo stare uniti e lavorare ancora per cambiare la città». E allora, «quella delle infrastrutture per noi è la sfida principale: collegare Mantova con Milano e Verona per attirare residenti e potenziare il porto di Valdaro per spostare le merci dalla gomma all'acqua e attirare investimenti: siamo al centro della parte più produttiva del paese, si può fare. I soldi del Recovery Fund sono un'occasione straordinaria per noi». Altra sfida sarà la mobilità sostenibile interna ed esterna alla città. Poi i nidi gratis per tutti: «Siamo l'unico capoluogo ad averli e questo ci porta ad essere in controtendenza sul fronte della natalità».