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Comincini: "Al Paese serve un Governo solido"

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Estratto dell'intervista di Giuseppe Alberto Falci, "Corriere della Sera", 21 gennaio 2021.

Eugenio Comincini è il senatore renziano che non ha condiviso lo strappo del leader di Italia Viva. Non ha votato in dissenso dal gruppo ma si è speso assai per la formula dell'astensione. Di più: se fosse stato per lui martedì sera avrebbe votato con la maggioranza di Giuseppe Conte. Anche perché, ammette, «io non posso andare dalla parte opposta del partito che mi ha eletto e mi ha consentito di entrare a Palazzo Madama».

Senatore Comincini, è già pronto a entrare nel nuovo contenitore contiano?
«Facciamo un po' d'ordine».

Prego.
«Il tema è garantire al Paese un governo solido, attrezzato politicamente. C'è bisogno dunque di un esecutivo che non venga sorretto da un numero esiguo di persone».

Ecco, per evitarlo la maggioranza lavora a un gruppo di costruttori. Anche lei vuole rispondere all'appello del capo dello Stato?
«Mi chiami colomba, mi chiami costruttore, mi chiami responsabile, ma io ancora spero nella ricucitura fra Italia Viva e la maggioranza. Abbiamo esaurito il tempo? Direi di no. Proviamoci».

Goffredo Bettini, ideologo del Pd, ha ammesso che «la rottura con Renzi è troppo profonda».
«Dichiarazioni come quella del dirigente democrat non fanno bene al Paese. La maggioranza deve fare una riflessione».

Mentre intervistiamo Comencini, in Senato, si avvicina una senatrice del Pd e gli sussurra all'orecchio: «Fai a modo». La corteggiano i suoi ex colleghi?
«(Sorride, ndr) Oggi insisto sulla possibilità di ricucitura».

Ma se non esistessero margini per far rientrare la rottura, cosa farebbe?
«In politica, mai dire mai».


Chi lo desidera può leggere l'intervista sul "Corriere della Sera".