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Colaninno «La scadenza dei 2035? Serve più tempo per creare filiera elettrica europea»

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Estratto dell'intervista di Fabio Savelli, "Corriere della Sera", 11 giugno 2022

«Primo: non si può andare avanti come se non fosse successo nulla: in due anni una pandemia e una guerra in Europa con uno choc pesante sui prezzi dell'energia. Secondo: davanti a una dinamica di moltiplicazione delle complessità non possiamo pensare che le due transizioni che stiamo costruendo, digitale ed ecologica, non debbano essere riviste nei tempi, nei modi e nelle risorse».

Matteo Colaninno, capogruppo di Italia Viva in commissione affari europei alla Camera e vicepresidente della Piaggio, invita a fare attenzione. Il recente voto del Parlamento Ue sulla fine dei motori diesel e benzina nel 2035 rischia di provocare una rivoluzione troppo avventata.

Invece «serve un atterraggio più morbido. Andando verso la necessaria direzione della riduzione delle emissioni non
avversando certo gli obiettivi da raggiungere contro l'emergenza climatica ma considerando i risvolti sociali e politici di quello che avverrà nell'automotive».

Dunque troppo in fretta e in solitaria: l'Europa si sta legando mani e piedi alla Cina che controlla tutte la materie prime per produrre le batterie?
«Serve un riadeguamento della filiera. Stiamo spostando l'asse della componentistica dell'auto, su cui siamo fortissimi, da qui a migliaia di chilometri di distanza. Non possiamo dare questo regalo alla concorrenza senza aver costruito un indotto specializzato sull'elettrico. Né possiamo perseguire obiettivi asimmetrici e asincroni rispetto al resto del mondo».

Chi desidera può leggere l'intervista completa sul Corriere della Sera.