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Ciro Buonajuto: "Bingo aperti, aule no. Una decisione scellerata"

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Intervista al Sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, sul Mattino di Napoli, 17 ottobre 2020

“Sono aperte le sale bingo e chiuse le scuole. Io credo che davvero qualcosa non torni”.

Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e più votato in Italia alle ultime amministrative, è l’unico a schierarsi apertamente contro la decisione del Governatore della Campania.

 

“Non è una battuta o una forzatura. E' la realtà: senza nulla togliere al bingo, ma noi lasciamo aperti i luoghi dove le mamme e i papà vanno a spendere i loro soldi e non teniamo aperte le scuole dove si organizza il futuro dei nostri ragazzi”.

 

Buonajuto non vuole passare per negazionista.

“Partiamo da una premessa. La situazione è difficile, il virus è tra noi. Ma resto dell'idea che con il Covid dovremo convivere per almeno altri otto mesi. Il vaccino, se sarà pronto, lo valuteremo in primavera. Allora serve una risposta politica. Dobbiamo trovare una soluzione che consenta all'economia di non collassare e garantisca il diritto alla salute”.

 

Conosce bene le difficoltà della scuola italiana e di quella del Sud.

“Io sono sindaco da cinque anni. Lo so che nelle classi è tutto più complicato. Ma la politica che si assume la responsabilità non cancella tutto con un colpo di spugna. Ai nostri ragazzi non stiamo facendo un favore. Anzi”.

 

Secondo Ciro Buonajuto “la chiusura delle scuole doveva essere davvero l'ultima spiaggia”. E lo spiega così:

“Io penso che alla scuola affidiamo la cosa più importante: non solo i nostri figli ma la loro educazione e la loro libertà. I miei figli spendono più tempo a scuola che in famiglia, più tempo in classe che coi genitori. L'educazione non è solo didattica, se togliamo la condivisione in presenza, lo stare in classe, togliamo una delle cose più importanti. La didattica a distanza è importante, è una soluzione alternativa, ma a scuola si imparano tante cose».

 

E rispetto alla scelta di chiudere le scuole come misura facile rispetto alla serrata dei negozi, Buonajuto ha una sua idea:

“In un luogo come il Mezzogiorno avere bambini a casa significa distruggere anche l'economia. Penso al lavoro femminile: immaginate quelle donne che hanno un lavoro occasionale: se i bimbi non vanno a scuola, loro non possono lavorare, devono rinunciare per stare accanto ai figli. Parliamo di cose reali, di economia sommersa che spesso tiene a galla le famiglie. E così salta una giornata di lavoro. Il danno lo crei ai bimbi, ma anche a tutta la famiglia”.