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Caso Saman, Scalfarotto: "La cultura diversa non è mai un alibi"

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Estratto dell'intervista di Alessandra Arachi, "Corriere della Sera", 8 giugno 2021.

«L'Italia deve essere un luogo dove si può arrivare legalmente e integrarsi. Ma sia chiaro, integrarsi non vuol dire solo lavorare e pagare le tasse».

Ivan Scalfarotto, sottosegretario all'Interno, cosa vuole dire?
«Integrarsi significa accettare quel nucleo fondante dei valori della nostra cultura e della nostra democrazia che sono inderogabili».

Storie come quelle di Saman secondo lei sono legate a un problema culturale?
«Non si può usare l'alibi della propria cultura di provenienza per perpetuare simili efferatezze. Ripeto, integrarsi significa accettare i nostri valori come la parità di diritti tra uomini e donne, la laicità dello Stato per cui peccati e reati non devono essere confusi. E poi l'autodeterminazione delle persone: nessuno deve essere costretto a prendere decisioni sulla propria vita contro la propria volontà».

I matrimoni forzali, come quello rifiutato dalla povera Saman, sono una realtà diffusa in Italia?
«Cifre precise non ce ne sono, ma e certo una realtà che è andata crescendo visto che a metà del 2019 il Parlamento si è trovato a fare su questo una legge ad hoc».

Allude al Codice rosso?
«Sì, lì dove è previsto il reato di costrizione o induzione al matrimonio con il carcere da i a 5 anni. E con aggravanti per minori di 18 anni, e ancora di più per minori di 14. E il fatto che a livello parlamentare sia arrivata questa consapevolezza la dice lunga sul fenomeno. Ma non è l'unica norma per quello che riguarda i casi di brutalità sulle donne. Queste leggi non devono rimanere sulla carta».

Che cosa intende sottosegretario?
«Le ragazze che in Italia subiscono questi abusi devono sapere che le autorità e le istituzioni sono dalla loro parte e che sono pronti a proteggerle».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa sul "Corriere della Sera".